Studi rivelano: l'isolamento sociale dei Neanderthal causa della loro estinzione
RomeRicercatori hanno scoperto resti di Neanderthal in una grotta nel Sud della Francia, gettando nuova luce sulle cause della loro estinzione avvenuta circa 40.000 anni fa. Gli scienziati dell'Istituto Globe dell'Università di Copenaghen credono che le comunità di Neanderthal fossero molto isolate, il che ha giocato un ruolo determinante nella loro scomparsa. Questa scoperta supporta l'idea che la mancanza di interazioni sociali abbia portato a una bassa diversità genetica, rendendoli meno capaci di affrontare i cambiamenti ambientali e competere con i primi esseri umani moderni.
Studiando i genomi dei resti dei Neanderthal, i ricercatori hanno rilevato segni di incrocio tra consanguinei e bassa diversità genetica. Questo indica che i Neanderthal vivevano in piccoli gruppi isolati per molte generazioni. Al contrario, i primi esseri umani moderni sembravano essere più socialmente connessi, formando reti più ampie che li aiutavano a evitare i rischi dell'incrocio tra consanguinei. Ecco alcuni punti importanti emersi da queste scoperte:
- I Neanderthal avevano alti livelli di consanguineità, causando una bassa diversità genetica.
- I primi esseri umani moderni creavano reti di accoppiamento per mantenere la diversità genetica.
- Le strutture sociali dei Neanderthal erano più isolate rispetto a quelle degli esseri umani moderni.
Gli esseri umani moderni primitivi potevano parlare e condividere conoscenze, il che potrebbe aver dato loro un vantaggio sui Neanderthal. Questa abilità li ha aiutati a creare strumenti migliori, condividere metodi di sopravvivenza e adattarsi a nuovi ambienti. Ad esempio, ci sono prove che dimostrano come gli umani primitivi in Siberia abbiano creato delle reti di accoppiamento, riducendo i rischi di incesto e supportando le piccole comunità. Questo forte legame sociale probabilmente li ha resi più adattabili e robusti.
Il genoma recentemente scoperto dei Neanderthal nel sud della Francia è particolarmente interessante poiché appartiene a un gruppo diverso mai visto in altri Neanderthal tardivi. Questo implica l'esistenza di diverse comunità Neanderthal separate nell'Europa occidentale, ciascuna con i propri geni distinti. Questi gruppi isolati potrebbero aver trovato più difficile condividere nuove idee e adattarsi insieme ai nuovi pericoli e ai cambiamenti ambientali.
I Neanderthal erano generalmente più isolati e meno connessi rispetto ai primi uomini moderni. Questo schema di isolamento non era evidente solo nell'Europa occidentale, ma anche nei Monti Altai, dove sono stati riportati risultati simili.
Le scoperte sono significative. Indicano che la separazione dei gruppi di Neanderthal tra loro potrebbe essere stata una ragione cruciale per la loro estinzione. Sebbene i cambiamenti ambientali e la competizione con i primi esseri umani moderni abbiano avuto un impatto, la loro incapacità di unirsi a comunità più ampie e connesse potrebbe aver reso i Neanderthal più vulnerabili.
Il nuovo studio dell'Istituto Globe ci aiuta a comprendere perché i Neanderthal si sono estinti. Rivela che le loro strutture sociali e la diversità genetica hanno avuto un ruolo cruciale. Questo c’informa meglio su come gli esseri umani si siano evoluti sia biologicamente che culturalmente. Serviranno ulteriori dati genetici per comprendere appieno le comunità neanderthaliane, ma questo studio rappresenta un progresso significativo.
Lo studio è pubblicato qui:
http://dx.doi.org/10.1016/j.xgen.2024.100593e la sua citazione ufficiale - inclusi autori e rivista - è
Ludovic Slimak, Tharsika Vimala, Andaine Seguin-Orlando, Laure Metz, Clément Zanolli, Renaud Joannes-Boyau, Marine Frouin, Lee J. Arnold, Martina Demuro, Thibaut Devièse, Daniel Comeskey, Michael Buckley, Hubert Camus, Xavier Muth, Jason E. Lewis, Hervé Bocherens, Pascale Yvorra, Christophe Tenailleau, Benjamin Duployer, Hélène Coqueugniot, Olivier Dutour, Thomas Higham, Martin Sikora. Long genetic and social isolation in Neanderthals before their extinction. Cell Genomics, 2024; 4 (9): 100593 DOI: 10.1016/j.xgen.2024.100593Condividi questo articolo