Nuovo studio: rischio d'estinzione dei pesci marini cinque volte superiore a quanto stimato prima.

RomeI ricercatori affermano che il 12,7% delle specie di pesci teleostei marini potrebbero estinguersi. Questa percentuale è decisamente più alta rispetto alla stima precedente dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, che era del 2,5%. Lo studio condotto da Nicolas Loiseau, Nicolas Mouquet e il loro team dell'Unità MARBEC di Montpellier (Francia) evidenzia l'urgenza di intensificare gli sforzi per la conservazione globale.

Un rapporto pubblicato su PLOS Biology ha esaminato quasi 5.000 specie di cui non si disponeva di sufficienti informazioni per determinare il loro stato di conservazione. I ricercatori hanno utilizzato programmi computerizzati avanzati per prevedere la probabilità di estinzione di queste specie.

La ricerca ha analizzato dati provenienti da 13.195 specie, integrando:

• Dati di presenza
• Caratteristiche biologiche
• Tassonomia
• Utilizzi umani

Loiseau e il suo team hanno analizzato 4.992 specie che non avevano dati sufficienti. Hanno scoperto che il 78,5% di queste specie poteva essere classificato come Non a Rischio o a Rischio. Il numero di specie considerate a Rischio è aumentato notevolmente, mentre il numero di specie Non a Rischio è cresciuto di un terzo.

Lo studio ha rivelato che le specie con un rischio maggiore di estinzione tendono a vivere in aree limitate, hanno dimensioni corporee elevate e una crescita lenta. Inoltre, le specie che abitano in acque poco profonde sono più vulnerabili all’estinzione. Le aree ad alto rischio individuate includono il Mar Cinese Meridionale, i mari delle Filippine e delle Celebes, e le coste occidentali di Australia e Nord America. I ricercatori suggeriscono di concentrare maggiori sforzi nella ricerca e protezione di queste zone, oltre che delle Isole del Pacifico e delle regioni polari e subpolari dell’emisfero australe.

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Lo studio mette in luce un grande problema per la conservazione dei pesci a livello globale. Non possiamo attribuire uno stato di conservazione ufficiale a quasi il 38% delle specie marine perché mancano dati sufficienti. Utilizzare metodi tradizionali insieme a modelli basati sull'intelligenza artificiale può aiutare a risolvere questo problema. Tuttavia, ciò non basta. La conservazione efficace richiede approcci diversi, tra cui valutazioni dirette e maggiore ricerca sul campo, specialmente in aree meno studiate come il Triangolo dei Coralli.

Utilizzare l'IA nella scienza della conservazione offre modi rapidi ed economici per raccogliere informazioni. Tuttavia, è fondamentale ricordare che gli strumenti di IA sono solo supporti. Non possono sostituire completamente il lavoro svolto dai ricercatori sul campo.

La creazione di un indice di "stato IUCN previsto" potrebbe essere un'aggiunta preziosa all'attuale "stato IUCN misurato". Questo nuovo indice potrebbe rapidamente evidenziare le specie che necessitano di urgenti interventi di conservazione.

Per affrontare questo problema crescente, è essenziale che governi, organizzazioni non profit e scienziati collaborino a livello globale. Sono necessari più fondi, regolamenti migliori e un'istruzione pubblica per evitare l'estinzione dei pesci marini. Le recenti informazioni devono spingerci ad agire con maggiore determinazione per salvaguardare la diversità della vita marina per il futuro.