Robot inizia missione secolare per rimuovere combustibile fuso a Fukushima
RomeLa centrale nucleare di Fukushima Daiichi ha davanti a sé un enorme lavoro di bonifica che potrebbe durare fino a 100 anni. I meltdown dei reattori del 2011 hanno disperso materiali altamente radioattivi all'interno dei reattori della centrale. La TEPCO stima che ci siano ancora circa 880 tonnellate di detriti di combustibile fuso in tre reattori, sebbene alcuni esperti ritengano che la quantità reale possa essere maggiore. I robot sono fondamentali per questa operazione a causa dei pericolosi livelli di radiazione.
Un robot eseguirà operazioni cruciali all'interno del reattore dell'Unità 2. Le sue mansioni principali sono:
- Raccogliere un piccolo campione di circa 3 grammi di detriti di combustibile fuso.
- Usare una telecamera, luce e pinze per manovre precise.
- Lavorare in turni giornalieri di due ore per ridurre al minimo l'esposizione alle radiazioni.
- Muoversi attraverso una rete complessa di tubi e ostacoli.
Questo passaggio è cruciale per determinare le caratteristiche del combustibile fuso, essenziali per pianificare la sua rimozione e stoccaggio. Gli operatori utilizzeranno i dati dei primi campioni per progettare robot più efficienti per rimuovere ulteriori detriti. Il successo di queste missioni iniziali sarà determinante nel processo di smantellamento complessivo.
I reattori invecchiati e la struttura indebolita del complesso rappresentano rischi per la sicurezza, rendendo urgente comprendere lo stato del combustibile fuso. I campioni raccolti aiuteranno a determinare i metodi più sicuri ed efficaci per rimuovere e stoccare il combustibile, riducendo i rischi a lungo termine nel sito.
In futuro, droni più piccoli verranno utilizzati nell’Unità 1 e micro-droni nell’Unità 3 per le operazioni di bonifica. Ogni unità presenta le proprie problematiche: l’Unità 3 ha una maggiore presenza di acqua, rendendo più difficile lo sgombero dei detriti. Inoltre, le barre di combustibile esaurito nelle piscine di raffreddamento aperte delle Unità 1 e 2 rappresentano un ulteriore rischio, soprattutto considerando che l'area è soggetta a terremoti.
Ritardi tecnici rinviano i progetti originali, evidenziando la complessità del processo. Il progetto, previsto per fine 2021, ha affrontato vari ostacoli. Il governo stima che occorreranno 30-40 anni per completare lo smantellamento, ma alcuni esperti ritengono che potrebbero volerci fino a 100 anni. Altri suggeriscono un approccio simile a quello di Chernobyl, coprendo il sito e abbandonandolo, ma ciò non è fattibile a causa dei frequenti terremoti e problemi idrici di Fukushima.
Questo sforzo a lungo termine mette in luce le difficoltà persistenti e i gravi pericoli dell'energia nucleare, soprattutto nella gestione degli incidenti maggiori e delle loro conseguenze. TEPCO e i suoi collaboratori devono affrontare molte incertezze, richiedendo nuovi sviluppi nella robotica e nelle misure di sicurezza per garantire la stabilità futura e la sicurezza pubblica.
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