Rallentamento Antico degli Oceani Avverte del Caos Climatico Futuro

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Di Giovanni Dosa
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Oscure correnti oceaniche turbinanti con minacciose nuvole di tempesta.

RomeUno studio dell'Università della California a Riverside ha dimostrato che in passato, l'eccessivo calore sulla Terra rallentava il movimento dell'acqua tra la superficie e l'oceano profondo. Questo processo è cruciale perché aiuta a distribuire il calore sul pianeta, rendendo molte aree abitabili. I ricercatori hanno analizzato minuscoli gusci fossili provenienti da antichi sedimenti marini per capire come questo movimento reagiva circa 50 milioni di anni fa. Il clima di quel periodo era simile a quello che potremmo vedere entro la fine di questo secolo se non riduciamo significativamente le emissioni di carbonio.

Gli oceani contribuiscono a regolare il clima terrestre spostando acqua calda dall'equatore verso i poli, mantenendo così stabili le temperature. Senza questo processo, l'equatore sarebbe molto più caldo e i poli molto più freddi. Cambiamenti in questo meccanismo possono portare a improvvisi cambiamenti climatici. Gli oceani assorbono anche l'anidride carbonica prodotta dalle attività umane, il che è significativo poiché contengono la maggior parte del carbonio presente sulla superficie terrestre.

Punti salienti dello studio:

Gli oceani contengono quasi 40.000 miliardi di tonnellate di carbonio, una quantità superiore a 40 volte quella presente nell'atmosfera. Inoltre, gli oceani assorbono circa un quarto delle emissioni di CO2 generate dall'uomo.

Sandra Kirtland Turner dell'Università della California, Riverside, ha affermato che se l'oceano si muove più lentamente, assorbirà meno carbonio, il che significa che più CO2 rimarrà nell'aria. Studi precedenti hanno esaminato come il movimento oceanico è cambiato durante periodi recenti, come la fine dell'ultima era glaciale, ma quelle situazioni non corrispondono agli attuali alti livelli di CO2 o al riscaldamento globale.

Per comprendere come la circolazione oceanica possa cambiare con il riscaldamento globale, i ricercatori hanno studiato l'epoca dell'Eocene inferiore, avvenuta circa 49-53 milioni di anni fa. Durante questo periodo, la Terra era molto più calda e si verificavano occasionali aumenti di CO2 e temperatura chiamati ipertermali. Questi ipertermali sono considerati i migliori confronti per i futuri cambiamenti climatici.

Il team ha studiato la circolazione oceanica analizzando i gusci fossili di piccoli organismi chiamati foraminiferi, presenti negli oceani di tutto il mondo. Questi gusci sono costituiti da carbonato di calcio. I ricercatori hanno misurato gli isotopi di ossigeno nei gusci per determinare le temperature oceaniche del passato e i livelli di ghiaccio sulla Terra in quel periodo. Hanno anche analizzato gli isotopi di carbonio per stabilire l’età dell’acqua in cui i gusci sono stati trovati.

La ricerca permette agli scienziati di comprendere meglio come l'oceano potrebbe rispondere al riscaldamento futuro. Attualmente, gli scienziati utilizzano modelli informatici per prevedere i cambiamenti. Il team di ricerca ha usato modelli simili per studiare come gli oceani antichi reagivano al riscaldamento. Hanno verificato i risultati dei loro modelli analizzando i gusci di foraminiferi.

Attualmente, l'aria contiene circa 425 parti per milione di CO2. Gli esseri umani emettono quasi 37 miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno. Se questa tendenza continua, entro la fine di questo secolo le condizioni potrebbero assomigliare a quelle dell'inizio dell'epoca Eocene. Kirtland Turner sottolinea l'importanza di ridurre le emissioni. Ella evidenzia che anche piccole riduzioni delle emissioni di carbonio sono cruciali, poiché portano a minori impatti, meno perdite di vite umane e meno cambiamenti per la natura.

Ridurre le emissioni è fondamentale per evitare gravi problemi climatici.

Lo studio è pubblicato qui:

http://dx.doi.org/10.1073/pnas.2311980121

e la sua citazione ufficiale - inclusi autori e rivista - è

Sandra Kirtland Turner, Andy Ridgwell, Allison L. Keller, Maximilian Vahlenkamp, Adam K. Aleksinski, Philip F. Sexton, Donald E. Penman, Pincelli M. Hull, Richard D. Norris. Sensitivity of ocean circulation to warming during the Early Eocene greenhouse. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2024; 121 (24) DOI: 10.1073/pnas.2311980121
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