Febbre suina minaccia il prosciutto di Parma e gli agricoltori

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Di Giovanni Dosa
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Prosciutto crudo con paesaggio agricolo sullo sfondo.

RomeFebbre suina minaccia l'industria del Parma: allarme in Nord Italia

La febbre suina sta creando gravi problemi nel nord Italia, in particolare per i produttori del famoso prosciutto di Parma, mettendo a rischio l'occupazione degli agricoltori. Recentemente i casi sono aumentati, con 24 segnalazioni all'inizio di settembre, prevalentemente in Lombardia. La zona più colpita si estende su 4.500 chilometri quadrati e include parti del Piemonte e dell'Emilia Romagna, rinomate per il loro prosciutto di Parma.

Gli effetti dell'epidemia si estendono oltre i luoghi in cui si sta manifestando.

Il settore suinicolo italiano sta affrontando una crisi significativa. I suini domestici sono stati contagiati, mettendo a rischio la popolazione suina. In un'area di 23.000 chilometri quadrati sono in vigore restrizioni severe a causa di cinghiali infetti e zone di protezione designate. L'industria suinicola italiana è colpita da divieti di importazione imposti da 12 paesi, tra cui Cina e Messico. Il settore, che ha un valore di 20 miliardi di euro, sta subendo perdite di esportazione pari a 20 milioni di euro al mese.

La malattia è estremamente grave poiché uccide quasi sempre i suini e si diffonde rapidamente dai cinghiali ai maiali domestici. Causa anche enormi problemi nella catena di approvvigionamento. Gli agricoltori stanno affrontando grandi difficoltà poiché perdono il bestiame e devono affrontare difficoltà economiche. Secondo Coldiretti, l'associazione agricola in Italia, le perdite ammontano a 500 milioni di euro, evidenziando il pericolo per la sussistenza degli agricoltori.

Sforzi complessi nel controllo della malattia. In passato, si è tentato di ridurre il numero di cinghiali con l'intervento dell'esercito, ma si sono scontrati con opposizioni. Il nuovo commissario straordinario, Giovanni Filippini, sta sperimentando un approccio diverso: ha ampliato le aree protette e inasprito le norme su visite alle fattorie e trasporto di animali. Queste misure sembrano efficaci; a fine settembre, in Lombardia è stato registrato solo un nuovo caso.

L'epidemia di febbre suina sta danneggiando più dell'economia locale. I mercati internazionali, soprattutto quelli che hanno sospeso le importazioni, stanno osservando attentamente la situazione. Questo problema mette in pericolo la produzione di carne suina dell'Italia e la sua fama di esportatore affidabile di prosciutto di alta qualità. Le zone ancora non colpite sono molto prudenti e stanno adottando misure per evitare la diffusione della malattia.

Gli agricoltori italiani affrontano ogni giorno una grande incertezza. Devono gestire non solo le proprie perdite, ma anche la crescente pressione dovuta all'aumento dei costi delle materie prime e alle difficoltà di produzione. Questa situazione sottolinea la necessità di rigorose misure sanitarie e di una collaborazione internazionale per affrontare efficacemente i problemi di salute animale.

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