Sospesa chiusura di Rappler: vittoria per la libertà di stampa

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Di Maria Astona
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Edificio del tribunale filippino con martelletto e logo di Rappler

RomeUn tribunale delle Filippine ha bloccato la chiusura del sito di notizie Rappler, che aveva criticato l'ex presidente Rodrigo Duterte. Questa decisione rappresenta una grande vittoria per la libertà di stampa in un paese noto per essere pericoloso per i giornalisti. Rappler, guidato dalla giornalista premio Nobel Maria Ressa, ha affrontato numerose sfide legali che molti ritengono politicamente motivate.

L'ex Presidente Duterte ha frequentemente criticato i media. Rappler è stato accusato di violare la "Legge Anti-Prestanome." Inoltre, ha dovuto affrontare problemi legali come la diffamazione informatica e altre cause.

Nel 2015, Rappler ha ricevuto finanziamenti da Omidyar Network utilizzando delle ricevute di deposito filippine. Il governo ha sostenuto che ciò comportava un controllo di Omidyar su Rappler, il che non è permesso a causa della normativa che vieta investimenti stranieri nei media locali. Rappler ha contestato affermando che Omidyar non esercitava alcun controllo e, per risolvere la questione, Omidyar ha successivamente trasferito le ricevute ai dipendenti di Rappler.

Nel 2018, il tribunale dichiarò che l'ordine di chiusura era un grave abuso di potere. Questo provvedimento non rispettava le regole, ignorava precedenti decisioni giudiziarie e violava la Costituzione. Il caso mette in luce problemi più ampi sotto l'amministrazione di Duterte, durante la quale diversi media sono stati attaccati. Ad esempio, ABS-CBN, la più grande rete televisiva delle Filippine, è stata chiusa nel 2020 dopo che una commissione parlamentare, sostenitrice di Duterte, ha negato il rinnovo della sua licenza.

Duterte e il suo team hanno sempre negato di prendere di mira i giornalisti, affermando che i procedimenti legali contro Ressa e Rappler erano solo questioni di normale amministrazione giudiziaria. Tuttavia, l'ex presidente ha spesso criticato apertamente i gruppi media che riportavano negativamente le sue dure misure contro la droga. I giornalisti nelle Filippine affrontano molti pericoli, tra cui la violenza e le cause legali.

Nel 2009, un gruppo politico locale nella provincia di Maguindanao ha ucciso 58 persone, tra cui 32 giornalisti. Questo episodio è stato uno dei più letali attacchi contro i giornalisti degli ultimi tempi e ha messo in luce i pericoli che corrono a causa della presenza di armi non registrate, eserciti privati e deboli forze dell’ordine.

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