Corsa contro il tempo a Gaza: vaccinazioni per fermare la polio

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Di Giovanni Dosa
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Vaccini e forniture mediche in un magazzino caotico

RomeLe organizzazioni sanitarie e i gruppi di aiuto a Gaza stanno rapidamente intervenendo per fermare un'epidemia di poliomielite durante una grave crisi igienico-sanitaria. Il conflitto in corso ha danneggiato i sistemi idrici e fognari, facilitando la diffusione del virus della polio. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'UNICEF stanno guidando gli sforzi per vaccinare i bambini sotto i dieci anni. Hanno in programma di assicurarsi una tregua di sette giorni per somministrare i vaccini e portare 1,6 milioni di dosi di vaccino.

Punti chiave:

  • Infrastrutture idriche e sanitarie distrutte, con fosse aperte di rifiuti umani.
  • Circa 225 discariche informali vicino a campi di tende affollati.
  • Famiglie costrette a utilizzare acque reflue per bere e pulire.

A Gaza, circa 50.000 neonati non hanno ricevuto le vaccinazioni antipolio dall'inizio del conflitto. Le analisi delle acque reflue hanno rilevato la presenza del virus, richiedendo urgentemente vaccinazioni di massa. L'allarme è scattato quando campioni di fognatura di sei località a Khan Younis e Deir al-Balah sono risultati positivi a una variante del virus derivata dal vaccino. La poliomielite può diffondersi tramite acqua e cibo contaminati o per contatto diretto con feci. Per i bambini piccoli, può causare paralisi o addirittura morte, rendendo fondamentale agire tempestivamente.

In circostanze normali, il 99% degli abitanti di Gaza era vaccinato contro la polio. Adesso, il tasso è sceso all'86%, troppo basso per prevenire un'epidemia. L'obiettivo è tornare a oltre il 95% di immunizzazione. Raggiungere questo traguardo è difficile a causa del conflitto attuale. Gli operatori umanitari sottolineano l'importanza di riconoscere i sintomi precocemente, poiché i sanitari sono impegnati a curare feriti e altre malattie.

Un numero minore di bambini viene vaccinato secondo le stime di Mercy Corps, esponendoli a maggiori rischi. COGAT, l'ente militare israeliano responsabile degli affari civili palestinesi, è pronto a supportare la campagna vaccinale. Anche Hamas è disposto a concordare una tregua per consentire la prosecuzione delle vaccinazioni. I colloqui sulla tregua riprenderanno al Cairo la prossima settimana.

Le condizioni di vita a Gaza stanno peggiorando. Le infrastrutture danneggiate rendono la vita quotidiana difficile e il controllo delle malattie infettive ancora più arduo. La scarsa igiene sta diffondendo la polio e, senza acqua pulita o un adeguato smaltimento dei rifiuti, il rischio aumenta notevolmente.

Aree con programmi di immunizzazione carenti e in conflitto, come Ucraina e Yemen, hanno registrato epidemie di polio derivata dal vaccino. Questo evidenzia l'urgenza di un intervento a Gaza, dove le condizioni sono altrettanto gravi o peggiori.

Una grande campagna di vaccinazione inizierà alla fine di agosto e proseguirà per tutto settembre per somministrare le dosi a 640.000 bambini in due tornate. È fondamentale agire rapidamente e che vari gruppi come l'OMS, l'UNICEF e le autorità sanitarie locali collaborino affinché questa campagna abbia successo.

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