Decisione sull'immunità di Trump: in bilico alla Corte Suprema

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Di Fedele Bello
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Edificio della Corte Suprema con martello e bilancia

RomeLa Corte Suprema sta per concludere il suo ultimo mandato. Presto si prenderà una decisione sull'immunità di Donald Trump. Gli giudici hanno rinviato il caso a inizio luglio, quindi è improbabile che Trump affronti un processo prima delle elezioni di novembre. In passato, per casi come i nastri del Watergate, la Corte aveva preso decisioni molto più rapide.

Ecco i punti salienti di questo periodo:

  • Il tribunale ha impiegato meno di un mese per decidere all'unanimità a favore di Trump nel caso relativo alla clausola sull'insurrezione.
  • Trump è stato condannato per aver falsificato documenti commerciali con lo scopo di coprire un pagamento segreto.
  • La Corte Suprema è stata accusata di concedere a Trump una “immunità attraverso il ritardo”.

A febbraio, una corte d'appello federale ha stabilito che Trump non gode di immunità. Poche settimane dopo, la Corte Suprema ha deciso di esaminare questa decisione. I critici sostengono che le azioni della corte abbiano ritardato l'inizio dei processi di Trump. Questo ritardo avvantaggia Trump posticipando le sue questioni legali a dopo le elezioni.

Tre giudici della corte sono stati nominati da Trump: Amy Coney Barrett, Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh. Altri due giudici, Samuel Alito e Clarence Thomas, non si sono ritirati nonostante le preoccupazioni sulla loro imparzialità. Recentemente, i giudici hanno votato 6-3 per rendere meno severa un'accusa federale di ostruzione, utilizzata contro molte persone coinvolte negli eventi del 6 gennaio, incluso Trump. Alito e Thomas si sono uniti agli altri cinque giudici conservatori nella decisione.

Il professore di diritto alla University of Pennsylvania, Kim Roosevelt, ha osservato che i giudici conservatori di solito non sostengono i imputati nei casi penali. Tuttavia, poiché questo caso riguarda Trump, la decisione non sorprende. Roosevelt ha affermato che questa situazione è deludente e suggerisce che alcuni giudici potrebbero piegare le regole a favore di Trump.

Texas e Florida hanno approvato leggi che regolano il modo in cui le aziende di social media gestiscono i contenuti. Queste normative sono nate in risposta alle accuse di censura mosse dai conservatori. Piattaforme come Facebook, TikTok e X (ex Twitter) sono accusate di essere parziali contro le opinioni di destra. I governatori repubblicani di questi stati hanno firmato queste leggi dopo che le società di social media avevano bloccato Trump a seguito dell'assalto al Campidoglio.

L'attenzione è tutta rivolta alla gestione dei casi da parte della Corte Suprema. Le decisioni riguardanti la presidenza, le regole sui social media e i grandi casi penali stanno influenzando l'opinione pubblica. Il tempismo e le scelte dei giudici avranno un impatto notevole sulle prossime elezioni e oltre.

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