Nuovo studio smentisce la teoria dell'ecocidio a Rapa Nui, trovate pratiche sostenibili

Di Maria Astona
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Rigoglioso paesaggio dell'Isola di Pasqua con vegetazione prospera.

RomeCirca 1.000 anni fa, i Polinesiani attraversarono l'Oceano Pacifico e si stabilirono sulla piccola e isolata isola di Rapa Nui, conosciuta anche come Isola di Pasqua. Lì costruirono numerose grandi statue di pietra chiamate moai. La versione tradizionale della storia sostiene che sfruttarono eccessivamente le risorse, il che portò a gravi problemi. Secondo questa teoria, la popolazione divenne troppo numerosa, abbatterono troppi alberi, uccisero molti uccelli marini e impoverirono il suolo. Questo suggerisce che la loro società crollò e che solo poche migliaia di persone erano rimaste quando gli europei arrivarono nel 1722.

Uno studio recente contraddice le idee precedenti. Gli studiosi affermano che la popolazione di Rapa Nui non è cresciuta a livelli insostenibili. Sono riusciti a gestire le loro risorse limitate e mantenere la popolazione piccola e stabile per secoli. Un metodo importante era l'uso dei "giardini di pietra" per coltivare patate dolci, un alimento fondamentale della loro dieta.

Lo studio mette in risalto i seguenti punti:

  • Le prove raccolte dai giardini rocciosi indicano che la popolazione era più piccola di quanto stimato in precedenza.
  • I giardini rocciosi erano un metodo efficace per coltivare cibi nutrienti come le patate dolci.
  • I coloni gestivano le loro risorse in modo attento e sostenibile.
  • L'ambiente dell'isola era difficile, richiedendo adattamenti ingegnosi.

Per cinque anni, i ricercatori hanno studiato i giardini di rocce sull'isola. Utilizzando l'apprendimento automatico, hanno analizzato le immagini satellitari che indicavano aree con maggiore umidità del suolo e azoto. È emerso che i giardini di rocce coprono soltanto circa 76 ettari dell'isola. Questo terreno potrebbe nutrire approssimativamente 2.000 persone se mangiassero esclusivamente patate dolci.

Gli isolani ottenevano dal mare tra il 35% e il 45% del loro cibo. Coltivavano inoltre piante meno nutrienti come banane, taro e canna da zucchero. Considerando queste risorse alimentari, l'isola poteva sostenere circa 3.000 persone, un numero che corrisponde alla popolazione presente al momento dell'arrivo degli europei.

Prime ipotesi indicavano che i giardini rocciosi coprissero il 10% dell'isola. Uno studio del 2013, utilizzando immagini satellitari, stimò una copertura tra il 2,5% e il 12,5%. Un altro studio del 2017 ha rilevato che circa 7.700 acri, pari al 19% dell'isola, potevano essere destinati alla coltivazione di patate dolci. Queste stime hanno portato a ipotizzare una popolazione fino a 17.500 o 25.000 persone.

Carl Lipo, archeologo e coautore dello studio, afferma che l'idea di grandi cambiamenti demografici sta perdendo consenso tra gli esperti. Le analisi sugli artefatti e sui resti umani tramite datazione al radiocarbonio non mostrano tracce di popolazioni numerose. Lipo sottolinea che lo stile di vita degli isolani era caratterizzato da un intenso lavoro fisico. Rompevano pietre come parte integrante delle loro attività quotidiane.

Rapa Nui ha ora una popolazione di quasi 8.000 abitanti e ogni anno è visitata da circa 100.000 turisti. Gran parte del cibo viene importato, ma alcuni continuano a coltivare patate dolci nei vecchi orti. Durante i lockdown della pandemia di Covid, quando le importazioni erano limitate, questa pratica è diventata più comune. Alcuni abitanti del luogo hanno anche iniziato a utilizzare metodi agricoli provenienti dal continente, come l'aratura del terreno e l'uso di fertilizzanti chimici. Tuttavia, Lipo avverte che questi metodi potrebbero non durare a lungo e rischiano di danneggiare il sottile strato di suolo dell'isola.

Seth Quintus, antropologo all'Università delle Hawaii, considera Rapa Nui un esempio di come gli esseri umani si adattino a condizioni difficili. Sottolinea che vivere nella Rapa Nui arida, isolata e antica era estremamente arduo. Il nuovo studio offre informazioni su come gli isolani siano riusciti a sopravvivere.

Lo studio è pubblicato qui:

http://dx.doi.org/10.1126/sciadv.ado1459

e la sua citazione ufficiale - inclusi autori e rivista - è

Dylan S. Davis, Robert J. DiNapoli, Gina Pakarati, Terry L. Hunt, Carl P. Lipo. Island-wide characterization of agricultural production challenges the demographic collapse hypothesis for Rapa Nui (Easter Island). Science Advances, 2024; 10 (25) DOI: 10.1126/sciadv.ado1459
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