Studio rivoluzionario: nuova risonanza magnetica scopre malattia nascosta nei pazienti con commozione cerebrale
RomeI ricercatori di Cambridge hanno scoperto che le scansioni MRI avanzate, in particolare l'imaging a tensore di diffusione (DTI), possono rilevare malattie nascoste nei pazienti con commozione cerebrale. Questo metodo aiuta a identificare coloro che potrebbero avere problemi a lungo termine come grave affaticamento, perdita di memoria, mal di testa e problemi di salute mentale, concentrandosi su un terzo dei pazienti con sintomi persistenti.
Circa una persona su 200 in Europa subisce una commozione cerebrale ogni anno. Tuttavia, le tradizionali scansioni TC non rilevano spesso problemi, lasciando molti pazienti con sintomi non diagnosticati. La risonanza magnetica avanzata, invece, offre immagini dettagliate della materia bianca del cervello tracciando il movimento dell'acqua nei tessuti.
Punti chiave dello studio:
- Le scansioni DTI possono migliorare la precisione nella prognosi per i pazienti con commozione cerebrale.
- Il 38% dei pazienti ha avuto sintomi tre mesi dopo la commozione cerebrale.
- Biomarcatori del sangue come GFAP e NFL possono indicare la necessità di una scansione DTI.
Uno studio su oltre 1.000 pazienti ha dimostrato che l'uso dei punteggi DTI migliora notevolmente i modelli prognostici. Il modello clinico prevedeva correttamente 69 su 100 esiti negativi, ma con l'aggiunta dei DTI, questo numero è salito a 82 su 100, evidenziando un chiaro miglioramento.
Combinare i biomarcatori del sangue con le scansioni DTI aiuta a individuare i pazienti che potrebbero manifestare sintomi persistenti. Le proteine GFAP e NFL, rilevate entro le prime 24 ore dopo un trauma cranico, hanno indicato chi potrebbe trarre vantaggio dalle scansioni DTI.
I protocolli attuali per le commozioni cerebrali spesso non identificano i pazienti che necessitano di ulteriori cure. Molti vengono rimandati a casa con semplici istruzioni di ricontattare il medico solo se i sintomi peggiorano. Questo metodo ignora gli effetti sottili ma gravi delle commozioni cerebrali. Utilizzare le scansioni DTI potrebbe migliorare questo processo. Un follow-up basato sui punteggi DTI e sui livelli di biomarcatori può garantire che chi ha bisogno di cure aggiuntive le riceva.
Queste scoperte sono cruciali per pazienti e medici. I pazienti con sintomi persistenti di commozione cerebrale avranno una chiara conferma della loro condizione. I medici disporranno di strumenti migliori per prevedere gli esiti, permettendo loro di fornire follow-up e trattamenti più specifici.
Ogni anno, più di un milione di persone si recano nei Pronto Soccorso del Regno Unito a causa di lesioni alla testa. Le scansioni DTI potrebbero rivoluzionare il trattamento delle commozioni cerebrali. I progressi nell'imaging cerebrale e nella ricerca sui biomarcatori promettono cure più precise e personalizzate. Questo studio evidenzia la necessità di strumenti diagnostici migliori per gestire il tipo di lesione cerebrale più comune. L'utilizzo combinato di imaging e biomarcatori potrebbe diventare pratica comune, migliorando i risultati per i pazienti e la loro qualità della vita.
Futuri studi mireranno a migliorare l'uso dei test del sangue e della DTI nelle strutture mediche. Questo approccio combinato potrebbe rivoluzionare la diagnosi e il trattamento delle commozioni cerebrali, offrendo aiuto a molte persone in tutto il mondo.
Lo studio è pubblicato qui:
http://dx.doi.org/10.1016/j.eclinm.2024.102751e la sua citazione ufficiale - inclusi autori e rivista - è
Sophie Richter, Stefan Winzeck, Marta M. Correia, Endre Czeiter, Daniel Whitehouse, Evgenios N. Kornaropoulos, Guy B. Williams, Jan Verheyden, Tilak Das, Olli Tenovuo, Jussi P. Posti, Anne Vik, Kent Gøran Moen, Asta K. Håberg, Kevin Wang, Andras Buki, Andrew Maas, Ewout Steyerberg, David K. Menon, Virginia F.J. Newcombe, Krisztina Amrein, Nada Andelic, Lasse Andreassen, Audny Anke, Philippe Azouvi, Bo-Michael Bellander, Habib Benali, Andras Buki, Alessio Caccioppola, Emiliana Calappi, Marco Carbonara, Giuseppe Citerio, Hans Clusmann, Mark Coburn, Jonathan Coles, Marta Correia, Endre Czeiter, Véronique De Keyser, Vincent Degos, Bart Depreitere, Live Eikenes, Erzsébet Ezer, Kelly Foks, Shirin Frisvold, Damien Galanaud, Alexandre Ghuysen, Ben Glocker, Asta Haberg, Iain Haitsma, Eirik Helseth, Peter J. Hutchinson, Evgenios Kornaropoulos, Noémi Kovács, Ana Kowark, Steven Laureys, Didier Ledoux, Hester Lingsma, Andrew I.R. Maas, Geoffrey Manley, David K. Menon, Tomas Menovsky, Benoit Misset, Visakh Muraleedharan, Ingeborg Nakken, Virginia Newcombe, Wibeke Nordhøy, József Nyirádi, Fabrizio Ortolano, Paul M. Parizel, Vincent Perlbarg, Paolo Persona, Wilco Peul, Jussi P. Posti, Louis Puybasset, Sophie Richter, Cecilie Roe, Olav Roise, Rolf Rossaint, Sandra Rossi, Daniel Rueckert, Ranjit D. Singh, Toril Skandsen, Abayomi Sorinola, Emmanuel Stamatakis, Ewout W. Steyerberg, Nino Stocchetti, Riikka Takala, Viktória Tamás, Olli Tenovuo, Zoltán Vámos, Gregory Van der Steen, Inge A. van Erp, Wim Van Hecke, Thijs Vande Vyvere, Jan Verheyden, Anne Vik, Victor Volovici, Lars T. Westlye, Daniel Whitehouse, Guy Williams, Stefan Winzeck, Peter Ylén, Tommaso Zoerle. Predicting recovery in patients with mild traumatic brain injury and a normal CT using serum biomarkers and diffusion tensor imaging (CENTER-TBI): an observational cohort study. eClinicalMedicine, 2024; 102751 DOI: 10.1016/j.eclinm.2024.102751Condividi questo articolo