Inibitori JAK: nuova speranza per le malattie autoimmuni nei pazienti con sindrome di Down

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Di Torio Alleghi
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"Pillole accanto al nastro della consapevolezza della sindrome di Down"

RomeRicercatori dell'Istituto Linda Crnic per la Sindrome di Down presso il Campus Medico Anschutz dell'Università del Colorado hanno ottenuto risultati promettenti da uno studio clinico. L'indagine esplora l'uso di un inibitore JAK per il trattamento di diverse malattie autoimmuni nelle persone con sindrome di Down. Lo studio, pubblicato su eLIFE, analizza l'efficacia del farmaco tofacitinib (commercializzato da Pfizer come XELJANZ®) nel migliorare condizioni come l'alopecia areata, la psoriasi, la dermatite atopica e l'idrosadenite suppurativa.

Lo studio clinico ha rilevato che il tofacitinib migliorava le condizioni della pelle, in particolare nelle persone affette da alopecia areata. Inoltre, ha dimostrato benefici per chi soffre di malattie autoimmuni della tiroide e di artrite. Il trattamento ha anche ridotto i marcatori infiammatori importanti a livelli normali.

Le persone con sindrome di Down spesso affrontano problemi al sistema immunitario e infiammazioni, inclusi disturbi della pelle che influenzano la loro vita quotidiana. La ricerca suggerisce che i JAK inibitori potrebbero essere fondamentali nel trattamento di queste problematiche nei soggetti con sindrome di Down.

La ricerca dimostra che la sindrome di Down comporta problemi costanti con il sistema immunitario, rendendo le persone affette più suscettibili a sviluppare malattie autoimmuni fin dalla giovane età. Il farmaco tofacitinib non solo allevia alcuni sintomi, ma sembra anche migliorare complessivamente la risposta del sistema immunitario.

Questo studio fa parte del Progetto Trisomia Umana, il cui obiettivo è comprendere i problemi di salute delle persone con sindrome di Down utilizzando tecnologie avanzate di multi-omica. Questi metodi consentono ai ricercatori di studiare le interazioni tra geni, proteine e risposte immunitarie, offrendo una comprensione migliore di come la trisomia 21 influisce sull'autoimmunità.

Comprendere questi meccanismi aiuta i professionisti sanitari a sviluppare cure migliori. Studi futuri, comprensivi di ulteriori sperimentazioni cliniche, miglioreranno la sicurezza degli inibitori JAK e analizzeranno i loro effetti a lungo termine. L'Istituto Crnic prevede ulteriori prove, tra cui la valutazione della sicurezza degli inibitori JAK nei bambini con sindrome di Down, a partire dalla fine del 2024.

Questo studio potrebbe essere utile anche per condizioni diverse dalla sindrome di Down. Se gli inibitori di JAK possono aiutare con problemi autoimmuni nelle persone con trisomia 21, potrebbero funzionare anche per altre malattie autoimmuni difficili nella popolazione generale. Ciò significherebbe più opzioni di trattamento e sollievo per molte persone con condizioni autoimmuni difficili da trattare.

Lo studio è pubblicato qui:

http://dx.doi.org/10.7554/eLife.99323.1

e la sua citazione ufficiale - inclusi autori e rivista - è

Angela L Rachubinski et al. JAK inhibition decreases the autoimmune burden in Down syndrome. eLife, 2024 DOI: 10.7554/eLife.99323.1
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