Svelati i segreti della rapida formazione planetaria: un nuovo modello rivoluzionario
RomeRicercatori dell'LMU hanno sviluppato un nuovo modello che spiega la formazione dei giganti gassosi come Giove. Questo modello offre una comprensione più approfondita della formazione dei pianeti e potrebbe migliorare la nostra conoscenza dei sistemi planetari.
Il sistema solare comprende il Sole al centro, seguito dai pianeti rocciosi Mercurio, Venere, Terra e Marte. Poi c'è la cintura di asteroidi, seguita dai grandi pianeti gassosi Giove e Saturno. Più lontano si trovano i pianeti ghiacciati Urano e Nettuno, e infine la fascia di Kuiper, che contiene molti comete.
Le teorie passate hanno avuto difficoltà a spiegare perché i giganti gassosi si trovano così lontano dalle loro stelle o come si siano formati Urano e Nettuno. I vecchi modelli suggerivano che i pianeti giganti si sviluppassero tramite collisioni e accumulazione di piccoli corpi rocciosi e gas nel corso di milioni di anni.
Scienziati dell'LMU e del cluster ORIGINS hanno sviluppato un nuovo modello che integra tutti i processi fisici necessari per la formazione dei pianeti. Questo modello dimostra che le variazioni nei dischi protoplanetari possono portare alla rapida formazione di diversi giganti gassosi. I risultati sono in linea con le osservazioni recenti e indicano che i pianeti possono formarsi in modo più efficiente e veloce di quanto si pensasse.
Ricercatori hanno dimostrato che le piccole particelle di polvere si accumulano nei dischi di gas caotici, creando condizioni favorevoli alla formazione dei pianeti. Til Birnstiel, professore di astrofisica teorica alla LMU, ha dichiarato che i pianeti spingono la polvere oltre le loro orbite, favorendo ulteriore formazione planetaria.
Lo studio dimostra che le perturbazioni nei giovani sistemi stellari potrebbero avviare la formazione di pianeti molto più lontano dalla stella di quanto previsto. Ad esempio, l'osservatorio radio ALMA ha individuato pianeti giganti gassosi in giovani sistemi stellari a distanze superiori a 200 unità astronomiche. Questa scoperta conferma le previsioni del nuovo modello.
Il modello spiega perché, dopo Nettuno, non si sono formati altri pianeti nel nostro sistema solare: non c'era abbastanza materiale residuo. I risultati indicano che la formazione di pianeti giganti e giganti gassosi avviene in modo più rapido e semplice di quanto si pensasse. Ciò ci aiuta a comprendere meglio come si formino i pianeti giganti e perché esistono diversi tipi di sistemi planetari.
Un nuovo approccio alla formazione dei pianeti giganti potrebbe rivoluzionare tutto. I modelli osservati nei dischi dei sistemi planetari giovani supportano questa teoria, evidenziando pattern essenziali per la formazione planetaria.
Lo studio rivela che le particelle di polvere in un disco di gas disturbato favoriscono una crescita più rapida dei pianeti. Questo accade perché la polvere crea un ambiente favorevole alla formazione planetaria. Man mano che i pianeti si formano, modificano il disco di gas, portando a un accumulo maggiore di polvere e alla nascita di nuovi pianeti.
Questo innovativo modello illustra il processo di sviluppo e crescita dei pianeti giganti, offrendoci una comprensione più approfondita della formazione planetaria in diverse situazioni e contesti.
Lo studio è pubblicato qui:
http://dx.doi.org/10.1051/0004-6361/202450464e la sua citazione ufficiale - inclusi autori e rivista - è
Tommy Chi Ho Lau, Til Birnstiel, Joanna Drążkowska, Sebastian Markus Stammler. Sequential giant planet formation initiated by disc substructure. Astronomy & Astrophysics, 2024; 688: A22 DOI: 10.1051/0004-6361/202450464Condividi questo articolo