ONU esamina risoluzione per fine occupazione israeliana territori palestinesi

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Di Giovanni Dosa
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Edificio dell'ONU con le bandiere di molte nazioni che sventolano.

RomeGli Stati membri dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite stanno discutendo una risoluzione per porre fine all'occupazione israeliana delle aree palestinesi. Se approvata, la risoluzione rappresenterà l'opinione globale ma non sarà legalmente vincolante. Diversamente dal Consiglio di Sicurezza composto da 15 membri, l'Assemblea Generale non prevede poteri di veto, rendendo questo incontro particolarmente significativo.

La spinta per la risoluzione arriva dopo che la Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato a luglio che il controllo israeliano sui territori palestinesi è illegale. Questa decisione ha sottolineato che la rivendicazione di Israele su queste aree è invalida, citando leggi internazionali che vietano di prendere terre con la forza. Ora si vede l'Assemblea Generale come il luogo in cui il mondo può esprimere le proprie opinioni su questa questione.

Punti salienti della risoluzione includono:

  • Ritiro immediato delle forze israeliane dai territori palestinesi
  • Interruzione della costruzione di nuovi insediamenti
  • Evacuazione dei coloni esistenti
  • Riparazioni ai palestinesi per i danni causati dall'occupazione
  • Invito ai paesi a impedire il commercio o gli investimenti a sostegno dell'occupazione
  • Attuazione di sanzioni legate alla violenza dei coloni

L'ambasciatore palestinese all'ONU, Riyad Mansour, ha affermato che l'occupazione rappresenta una minaccia seria per i palestinesi. Ha sottolineato che è giunto il momento per i palestinesi di ritornare alle loro terre ancestrali e vivere in pace e sicurezza. Le dichiarazioni di Mansour mettono in luce quanto sia importante e urgente la situazione.

Attraverso l'ambasciatrice Linda Thomas Greenfield, gli Stati Uniti hanno criticato la risoluzione ritenendola problematica. Secondo lei, non tiene conto del controllo di Hamas su Gaza né del diritto di Israele a difendersi. Greenfield ritiene che la risoluzione potrebbe peggiorare la situazione sul campo e rallentare il processo di pace. Le sue osservazioni dimostrano quanto la questione sia molto complessa.

Il progetto rivisto, che estendeva il ritiro di Israele da sei mesi a un anno, dimostra che la risoluzione può essere negoziata e che i palestinesi sono disposti a tenere conto delle preoccupazioni globali. Mansour afferma che ottenere un ampio sostegno internazionale è fondamentale per fare pressione su Israele affinché modifichi la sua politica sui territori occupati.

Israele ha preso il controllo della Cisgiordania, Gerusalemme Est e Striscia di Gaza durante la guerra del Medio Oriente del 1967. La comunità internazionale considera questi territori come occupati e i palestinesi li rivendicano per il loro stato futuro. Sebbene Israele possa opporsi, la risoluzione cerca di unire l'opinione globale e di aumentare la pressione su Israele affinché rispetti le leggi internazionali.

Questo approccio prudente segna una nuova fase nella diplomazia internazionale riguardante il conflitto israelo-palestinese. L'esito potrebbe avere un grande impatto sulla candidatura della Palestina a diventare uno stato e sulle relazioni di Israele con altri paesi.

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