Piccoli guerrieri: il sistema immunitario fetale combatte le infezioni già nel grembo materno
RomeScoperta Sull'Immunità Fetale: Nuova Luce Dai Ricercatori di Duke-NUS
Uno studio della Duke-NUS Medical School ha rivoluzionato la nostra comprensione dell’immunità nei feti. I ricercatori hanno scoperto che i feti possiedono un sistema immunitario di base autonomo, che li aiuta a combattere le infezioni già nell’utero materno. Questa nuova scoperta potrebbe influenzare il modo in cui i medici gestiscono la cura delle donne in gravidanza, soprattutto nei casi in cui l’infezione materna rischia di causare malformazioni congenite.
Lo studio sottolinea alcuni punti cruciali.
- Il sistema immunitario fetale è più avanzato di quanto si pensasse.
- Cellule immunitarie come la microglia e i monociti hanno ruoli fondamentali nel cervello fetale durante le infezioni.
- Risposte immunitarie eccessive, che coinvolgono certi segnali e molecole, possono danneggiare il cervello in sviluppo.
- Farmaci sperimentali anti-infiammatori potrebbero ridurre l'infiammazione nociva.
In passato, si pensava che il feto dipendesse completamente dal sistema immunitario della madre per la sua difesa. Tuttavia, questo studio dimostra che il sistema immunitario fetale è robusto e può proteggersi, almeno in parte, dalle infezioni. Questa scoperta è particolarmente rilevante per comprendere malattie come il virus Zika, noto per causare gravi difetti alla nascita.
L'equilibrio dell'immunità fetale: le cellule del sistema immunitario collaborano per proteggere il corpo, ognuna con un compito specifico. Le microglia, cellule immunitarie specializzate, salvaguardano il cervello fetale dalle infezioni. I monociti, invece, pur essendo un elemento della difesa corporea, possono provocare infiammazione e danneggiare il cervello fetale se diventano troppo attivi. Questo sottolinea l'importanza di un equilibrio attento nella risposta del sistema immunitario fetale.
Questa ricerca evidenzia il potenziale delle terapie mediche. Identificando i segnali infiammatori specifici che causano danni cerebrali, gli scienziati stanno lavorando a trattamenti per ridurre tali effetti. Un farmaco sperimentale anti-infiammatorio ha dimostrato di poter ridurre l'infiammazione nociva, aprendo la strada a nuove terapie che potrebbero migliorare gli esiti delle gravidanze compromesse da infezioni.
Questo studio fa parte di uno sforzo globale volto a comprendere il funzionamento delle cellule e il suo impatto sulla salute, con l'obiettivo di migliorare l'assistenza sanitaria. La ricerca non solo offre nuove intuizioni sullo sviluppo fetale, ma apre anche nuove strade per proteggere la salute del feto. Comprendere le risposte del sistema immunitario fin dalle prime fasi è fondamentale, non solo per prevenire le infezioni, ma anche per sviluppare nuovi trattamenti medici nella cura prenatale.
Lo studio è pubblicato qui:
http://dx.doi.org/10.1016/j.cell.2024.10.028e la sua citazione ufficiale - inclusi autori e rivista - è
Muhammad Abdelbasset, Wilfried A.A. Saron, Dongliang Ma, Abhay P.S. Rathore, Tatsuya Kozaki, Chengwei Zhong, Chinmay Kumar Mantri, Yingrou Tan, Chi-Ching Tung, Hong Liang Tey, Justin Jang Hann Chu, Jinmiao Chen, Lai Guan Ng, Hongyan Wang, Florent Ginhoux, Ashley L. St. John. Differential contributions of fetal mononuclear phagocytes to Zika virus neuroinvasion versus neuroprotection during congenital infection. Cell, 2024; DOI: 10.1016/j.cell.2024.10.02823 dicembre 2024 · 00:44
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