Proteste in Israele: Netanyahu cederà alla pressione popolare per Gaza?

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Di Giovanni Dosa
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Cartelli di protesta davanti all'edificio del governo israeliano

RomeIl Primo Ministro Benjamin Netanyahu si trova sotto l'enorme pressione delle imponenti proteste in Israele, che chiedono un cessate il fuoco a Gaza. Nonostante i precedenti appelli da parte di importanti alleati politici e internazionali come gli Stati Uniti, trovare una soluzione alla guerra in corso a Gaza resta difficile. I critici sostengono che Netanyahu sia più concentrato a mantenere il potere che a porre fine al conflitto e a liberare gli ostaggi detenuti da Hamas.

La stabilità politica di Netanyahu dipende fortemente dal sostegno di due partiti ultranazionalisti guidati dal Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e dal Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir. Questi partiti si oppongono a qualsiasi accordo di cessate il fuoco che preveda la liberazione di prigionieri palestinesi che hanno ucciso israeliani. Hanno avvertito che faranno cadere il governo di Netanyahu se accetterà un tale accordo, il che potrebbe portare a nuove elezioni e alla sua possibile destituzione.

  • Il sostegno continuo dei partiti ultranazionalisti è vitale per la sopravvivenza politica di Netanyahu.
  • Le trattative per una tregua sono complicate dalle richieste sia di Hamas che dei leader israeliani.
  • L'isolamento internazionale e le proteste interne hanno intensificato le richieste di una soluzione.

Mentre il numero di vittime a Gaza continua a crescere e sempre più nazioni criticano le operazioni militari di Israele, la gente si mostra sempre più critica. Di recente, il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha espresso il suo disappunto per i tentativi di Netanyahu di raggiungere un accordo, evidenziando così un crescente disaccordo tra i due alleati.

Netanyahu si trova ad affrontare questioni politiche complesse. Deve bilanciare le richieste dei suoi sostenitori ultranazionalisti con il crescente malcontento della popolazione. La sua situazione è ulteriormente complicata dal processo per corruzione in corso, che lo rende meno incline a fare compromessi. Se dovesse perdere il potere, potrebbe doversi confrontare con le accuse senza la protezione del suo ruolo.

Il conflitto in corso e l'incapacità di liberare gli ostaggi hanno lasciato Netanyahu sempre più isolato. Il suo governo è diviso tra chi vuole dare priorità a un cessate il fuoco e chi preferisce continuare azioni militari. I funzionari della difesa desiderano concentrarsi su un accordo per liberare gli ostaggi, il che contrasta con la determinazione di Netanyahu a mantenere le truppe israeliane in alcune zone di Gaza.

Le proteste e le pressioni pubbliche non hanno indebolito la posizione politica di Netanyahu. I manifestanti provengono principalmente da ambienti liberali e secolari della società israeliana, che si oppongono a lui da tempo. Molti dei sostenitori di Netanyahu ritengono che cedere a Hamas porterebbe a un aumento della violenza.

Le manifestazioni dimostrano che molte persone chiedono una tregua e aiuto per gli ostaggi, ma le prossime mosse di Netanyahu dipenderanno dal mantenere i suoi alleati politici e il suo potere.

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