Palestinesi: sei mesi per il ritiro israeliano dai territori occupati

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Di Fedele Bello
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Mappa che evidenzia Gaza e Cisgiordania con una cronologia di sei mesi.

RomeIl gruppo palestinese presso le Nazioni Unite ha presentato un piano che chiede a Israele di ritirare i suoi soldati da Gaza e Cisgiordania entro sei mesi. Questa proposta, rivolta all'Assemblea Generale composta da 193 membri, sollecita un'azione rapida in conformità con il diritto internazionale. Il piano ha ottenuto un ampio sostegno a livello mondiale e mira a risolvere problemi di vecchia data derivanti da anni di conflitto.

Punti chiave della proposta:

  • Ritiro immediato delle forze militari israeliane dai territori palestinesi.
  • Evacuazione di tutti i coloni e smantellamento della barriera di separazione in Cisgiordania.
  • Permettere ai palestinesi sfollati durante l'occupazione di tornare alle loro case originali.
  • Riparazioni per i danni causati nei territori.

Sostegno della proposta all’Assemblea Generale: un segnale delle opinioni mondiali sul conflitto israelo-palestinese

Anche se non ha valore legale vincolante, il sostegno alla proposta nell’Assemblea Generale mostrerebbe le opinioni globali riguardo al conflitto israelo-palestinese. Intanto, le azioni militari israeliane a Gaza continuano da 11 mesi, causando numerose morti e sfollamenti tra i palestinesi. Il Ministero della Salute di Gaza riporta che il conflitto ha provocato oltre 40.900 morti palestinesi, tra militanti e civili.

La comunità internazionale ha una posizione cruciale. Gli sforzi per risolvere il conflitto non hanno fatto progressi da anni, poiché entrambe le parti restano irremovibili. Israele considera la Cisgiordania una zona contesa e ritiene che il suo futuro debba essere deciso tramite negoziati diretti. Dall'ascesa di Hamas a Gaza nel 2007, Israele ha imposto un rigido blocco all'area, rendendo qualsiasi processo di pace ancora più complesso.

L'occupazione di Gerusalemme Est da parte di Israele e la costruzione di insediamenti in Cisgiordania complicano ulteriormente la situazione. Queste azioni, non accettate dalla comunità internazionale, sono cruciali per Israele per rafforzare le sue pretese territoriali. La richiesta di sanzioni nella risoluzione contro chi sostiene Israele in queste aree riflette l'esigenza dei palestinesi di conseguenze concrete per quelle che considerano violazioni del diritto internazionale.

La violenza in Cisgiordania è in aumento, con più attacchi da parte dei coloni e incursioni più letali delle forze israeliane, che hanno causato 692 morti palestinesi. Anche gli attacchi dei militanti in Israele sono aumentati, portando a un'escalation di violenza. La proposta mira a confrontare queste crescenti tensioni mediante l'opinione internazionale e sforzi diplomatici per cercare un cambiamento.

L'Ambasciatore palestinese presso l'ONU, Riyad Mansour, sottolinea l'urgenza di un intervento rapido, evidenziando che hanno aspettato a lungo per un aiuto. La proposta mira a porre fine all'occupazione militare e a garantire responsabilità e giustizia, affrontando questioni irrisolte di vecchia data.

La comunità internazionale affronta ora una sfida significativa per mantenere la pace e la giustizia. La decisione dell'Assemblea Generale sulla proposta rivelerà se c'è una comune volontà di risolvere uno dei conflitti più lunghi e complessi della storia recente.

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