Mercati asiatici crollano dopo la peggiore settimana di Wall Street
RomeI mercati asiatici sono scesi dopo che Wall Street ha registrato la peggior settimana degli ultimi 18 mesi a causa di dati sull'inflazione in Cina peggiori del previsto e delle persistenti preoccupazioni sul settore tecnologico statunitense. Questo ha portato a perdite negli indici azionari asiatici.
- Hang Seng di Hong Kong: -1,8% a 17.123,90
- Composite di Shanghai: -0,9% a 2.740,71
- S&P/ASX 200 australiano: -0,6% a 7.967,10
- Kospi della Corea del Sud: -0,8% a 2.523,86
L'inflazione in Cina ha registrato una crescita del solo 0,6% ad agosto rispetto all'anno precedente, segnalando segnali di deflazione persistente. Gli investitori speravano in numeri più alti, aumentando così le preoccupazioni sull'economia cinese.
I futures degli Stati Uniti e i prezzi del petrolio hanno mostrato una certa stabilità, ma questo ha offerto poco sollievo dopo le perdite significative subite da S&P 500, Nasdaq e Dow Jones lo scorso venerdì. Tra le principali aziende tecnologiche, Broadcom e Nvidia sono state tra le più colpite, sollevando preoccupazioni sulle valutazioni legate all'ottimismo per l'intelligenza artificiale.
Grandi cambiamenti nei mercati obbligazionari. I rendimenti del Tesoro hanno subito forti variazioni dopo il nuovo rapporto sull'occupazione negli Stati Uniti. Quest'ultimo ha mostrato un rallentamento delle assunzioni ad agosto per il secondo mese consecutivo, in linea con l'obiettivo del presidente della Federal Reserve Jerome Powell di controllare l'alta inflazione senza compromettere troppo il mercato del lavoro. Tuttavia, il mercato sembra temere che la Fed possa muoversi troppo lentamente per prevenire una recessione.
I dati sull'occupazione hanno portato alcune buone notizie, come una leggera diminuzione del tasso di disoccupazione al 4,2%. Tuttavia, le incertezze hanno provocato oscillazioni instabili nei rendimenti dei titoli di Stato e nel sentiment degli investitori. Il rendimento dei titoli di Stato a due anni ha registrato grandi variazioni, dimostrando che il mercato incontrava difficoltà nel prevedere le prossime mosse della Federal Reserve.
Il prezzo del petrolio greggio statunitense è salito a $68,55 al barile, mentre il Brent ha raggiunto $71,92 al barile. Nel mercato valutario, il dollaro ha guadagnato leggermente rispetto allo yen giapponese e è rimasto per lo più stabile contro l'euro.
Preoccupazioni riguardo alla politica dei tassi d'interesse negli Stati Uniti, il rallentamento nella crescita dei posti di lavoro e dati sull'inflazione cinese inferiori alle attese stanno generando incertezza nei mercati asiatici. Gli investitori sono divisi tra la speranza di una stabilità economica e il timore di una possibile recessione.
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