Maratona negoziale per fondi climatici: una sfida per i paesi vulnerabili

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Di Torio Alleghi
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Edificio dell'ONU di notte con la Terra luminosa.

RomeI negoziatori stanno lavorando intensamente ai colloqui sul clima delle Nazioni Unite a Baku, in Azerbaigian. Con l'imminente chiusura delle trattative, rimane ancora la questione cruciale del sostegno finanziario per i paesi vulnerabili ai cambiamenti climatici. Questi incontri, noti come COP29, sono una componente fondamentale della lotta globale contro il cambiamento climatico. I paesi ricchi hanno promesso di aiutare quelli più poveri nei loro sforzi di adattamento e riduzione degli effetti dei cambiamenti climatici, come stabilito nell'Accordo di Parigi del 2015.

Paesi Divisi sui Finanziamenti per il Clima

I paesi stanno lottando per raggiungere un accordo economico. Le nazioni in via di sviluppo chiedono 1,3 trilioni di dollari per affrontare i problemi climatici e passare a energie pulite. I paesi più ricchi hanno proposto 250 miliardi di dollari, una cifra insufficiente rispetto alle necessità delle nazioni in via di sviluppo. Questa grande disparità ha suscitato rabbia e delusione, soprattutto da parte di coloro che hanno contribuito meno al cambiamento climatico ma ne subiscono le conseguenze peggiori.

Punti di discussione fondamentali includono:

  • La discrepanza tra i finanziamenti richiesti dai paesi in via di sviluppo e quelli che i paesi più ricchi sono disposti a offrire.
  • La necessità di trovare fonti finanziarie aggiuntive, come i mercati del carbonio e gli investimenti mirati, per integrare i finanziamenti principali.
  • La breve finestra temporale mentre i ministri iniziano a partire, aumentando l'urgenza di raggiungere un accordo.

Se i progressi non verranno raggiunti, potrebbero rallentare gli sforzi globali per combattere il cambiamento climatico. Senza un accordo solido, i paesi in via di sviluppo affronteranno maggiori difficoltà con eventi meteorologici estremi e la transizione verso l'energia rinnovabile. È fondamentale che i negoziatori trovino una rapida ed efficace soluzione.

Il testo preliminare condiviso venerdì è stato rifiutato dal gruppo negoziale G77 e Cina, con l'appoggio di gruppi della società civile. Gli attivisti chiedono un accordo che risponda adeguatamente alle esigenze del Sud del mondo. Sono preoccupati che, senza impegni concreti, gli incontri a Baku possano non affrontare efficacemente la questione del finanziamento climatico.

Il problema principale di questi colloqui è l'«equità globale». I paesi ricchi affrontano le proprie sfide economiche, ma è evidente che devono sostenere chi è maggiormente colpito dai cambiamenti climatici. Le decisioni prese alla COP29 sono fondamentali non solo sotto il profilo finanziario, ma anche per costruire una futura cooperazione e fiducia tra nazioni ricche e povere nella lotta ai cambiamenti climatici.

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