Fossili antichi svelano cambiamenti climatici e adattamenti ecologici nell'Europa meridionale

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Di Maria Astona
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Fossili tra i paesaggi antichi mutevoli dell'Europa meridionale.

RomeUno studio condotto da Beniamino Mecozzi e il suo team dell'Università Sapienza di Roma indaga sul clima passato dell'Europa meridionale. Analizzando i fossili del sito di Notarchirico, hanno ricostruito l'evoluzione dell'ecosistema nella regione per quasi 100.000 anni. Questo lasso di tempo ha visto oscillazioni climatiche durante il Pleistocene inferiore-medio, offrendo una comprensione di come gli ecosistemi si siano adattati alle fasi fredde e calde.

Principali scoperte dai fossili includono:

Evidenze dimostrano la presenza di animali tipici dei climi caldi, come ippopotami e rinoceronti, in periodi precedenti. Successivamente, predominano specie adattate al freddo, come l'elefante dalle zanne dritte e il bisonte delle foreste pleistoceniche. In seguito, si osserva un aumento delle popolazioni di cervi, segno di un ritorno delle foreste e di climi più caldi.

Il passaggio da un ambiente caldo con molti alberi e animali come ippopotami e scimmie a una zona più fredda con meno alberi è significativo. Dimostra come i luoghi in cui vivevano gli animali siano cambiati a causa del clima. L'elefante dalle zanne dritte e il bisonte del Pleistocene si sono anche adattati a vivere in aree con meno vegetazione.

L'evidenza fossile ci aiuta a comprendere come gli animali locali abbiano affrontato i cambiamenti climatici. Rivela come fossero gli ecosistemi del passato e come le specie si siano spostate durante le ere glaciali. Gli animali che prosperavano in climi caldi si adattarono al freddo o scomparvero, lasciando spazio a specie più adatte ai climi rigidi.

Scoperte che vanno oltre la ricostruzione dei climi passati: esse ci aiutano a comprendere le questioni odierne legate alla biodiversità. Conoscendo come la vita si è adattata ai cambiamenti climatici nel passato, possiamo prevedere meglio come gli ecosistemi attuali e futuri reagiranno alle trasformazioni del clima provocate dall'uomo. Questa conoscenza è cruciale per scienziati e decisori politici impegnati a ridurre gli effetti del cambiamento climatico oggi.

Questo studio sottolinea l'importanza di riesaminare siti archeologici e collezioni museali più datati. La ricerca rientra in un ampio progetto chiamato LATEUROPE, che dimostra come l'unione di nuove analisi e dati storici possa offrire nuove prospettive sul mondo preistorico. Continuare a investigare in paleontologia è cruciale non solo per colmare lacune storiche, ma anche per comprendere meglio l'adattamento della vita sulla Terra ai cambiamenti climatici.

Lo studio è pubblicato qui:

http://dx.doi.org/10.1371/journal.pone.0311623

e la sua citazione ufficiale - inclusi autori e rivista - è

Beniamino Mecozzi, Alessio Iannucci, Marco Carpentieri, Antonio Pineda, Rivka Rabinovich, Raffaele Sardella, Marie-Hélène Moncel. Climatic and environmental changes of ~100 thousand years: The mammals from the early Middle Pleistocene sequence of Notarchirico (southern Italy). PLOS ONE, 2024; 19 (10): e0311623 DOI: 10.1371/journal.pone.0311623
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