Il primo ministro neozelandese chiede scusa per abusi istituzionali decennali

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Di Torio Alleghi
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Edificio del Parlamento della Nuova Zelanda con testo di scuse sovrapposto.

RomeNuova Zelanda affronta le conseguenze di un'importante indagine che ha rivelato abusi diffusi nelle istituzioni di stato e religiose. Dopo aver esaminato i risultati sconvolgenti, il Primo Ministro ha presentato pubblicamente le proprie scuse ai sopravvissuti che hanno subito maltrattamenti e negligenze per quasi settant'anni. Questa indagine, tra le più approfondite al mondo, ha mostrato quanto siano stati maltrattati i bambini e gli adulti vulnerabili.

Questioni cruciali emerse dall'indagine includono:

Abusi diffusi hanno colpito quasi un terzo delle 650.000 persone affidate alle cure tra il 1950 e il 2019. La gestione dei documenti era carente, portando spesso alla distruzione o alla perdita delle documentazioni. La Nuova Zelanda ha riconosciuto, per la prima volta, che alcune istituzioni statali erano luoghi di tortura.

Molti paesi stanno affrontando la verità sulle ingiustizie passate commesse dallo stato e dalla chiesa. Le scuse sono solo un piccolo passo verso la riparazione di questi errori del passato. I sopravvissuti a questi torti e le organizzazioni che li supportano hanno affermato che il governo non sta facendo abbastanza, soprattutto per quanto riguarda il risarcimento delle persone coinvolte e l'implementazione di cambiamenti concreti per evitare problemi futuri.

Critiche al governo: rimangono inascoltate le richieste dell'inchiesta sulle vittime

Il governo è sotto accusa per l'approccio parziale alle raccomandazioni dell'inchiesta. I sopravvissuti affermano che iniziative come una giornata nazionale del ricordo non risolvono i gravi problemi alla radice degli abusi. C'è anche malcontento per l'assenza di un piano rapido per il risarcimento. Ricevere aiuti finanziari è essenziale, ma il governo non ha preso provvedimenti, nonostante l'inchiesta abbia sottolineato la necessità di tali misure.

Questi avvenimenti ci spingono a riflettere su come i Māori e altri gruppi minoritari vengano trattati in Nuova Zelanda oggi. I bambini Māori si trovano più spesso sotto la tutela statale rispetto ad altri e continuano ad affrontare problemi sociali. Le politiche che sembrano mirate alle comunità Māori aggravano questi problemi e contraddicono le scuse del governo per gli errori passati. Per evitare di ripetere vecchi errori, è necessario un vero cambiamento nelle politiche.

La società deve fare di più che chiedere scusa; è necessario apportare cambiamenti per garantire che i sistemi di assistenza siano sicuramente sicuri e solidali ora e in futuro. Questo comporta l'aggiornamento delle leggi e delle pratiche che influenzano le persone nei servizi di assistenza, rafforzando le protezioni e creando un sistema che affronti efficacemente le ingiustizie. Il mondo intero sta osservando la Nuova Zelanda mentre affronta queste questioni cruciali, dimostrando il suo impegno per i diritti umani e la giustizia.

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