Dischetti magnetici: stimolazione cerebrale non invasiva senza chirurgia grazie alla ricerca del MIT

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Di Torio Alleghi
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Illustrazione di nanodischi che interagiscono con un cervello luminoso.

RomeRicercatori del MIT hanno sviluppato piccoli dischi magnetici che possono stimolare il cervello senza bisogno di intervento chirurgico. Questi dischi, del diametro di soli 250 nanometri, potrebbero sostituire i tradizionali metodi di stimolazione cerebrale profonda (DBS), che richiedono l'impianto chirurgico di elettrodi nel cervello. I nuovi dischi possono essere iniettati direttamente in aree specifiche del cervello e poi attivati dall'esterno utilizzando un campo magnetico, rendendo la procedura meno invasiva e potenzialmente più sicura.

Caratteristiche principali di questi nanodischi:

  • Dimensioni: Circa 1/500 della larghezza di un capello umano.
  • Composizione: Nucleo magnetico magnetostrittivo avvolto da un rivestimento piezoelettrico.
  • Meccanismo d'Azione: Trasforma segnali magnetici in impulsi elettrici.
  • Attivazione: Controllata tramite un campo magnetico esterno.
  • Stimolazione Mirata: Efficace sia nelle aree superficiali che profonde del cervello.

Il gruppo guidato dalla Professoressa Polina Anikeeva ha ideato questi nanodischi per migliorare le tecniche attuali di stimolazione magnetica, non adatte all'uso umano poiché richiedono modifiche genetiche. I nanodischi sfruttano le loro proprietà magnetostrictive, rappresentando un notevole progresso rispetto ai vecchi nanoparticelle sferiche. Questo consente una stimolazione elettrica più forte e precisa.

Questi dischi, grazie alla loro forma piatta, sono più efficaci nel diventare magnetici. Tale conformazione migliora la loro capacità di convertire il magnetismo in segnali elettrici. Nonostante i significativi progressi fatti, i ricercatori stanno ancora lavorando per rendere la conversione elettrica ancora più efficiente.

Questi nanodischi hanno molte potenziali applicazioni. Potrebbero essere fondamentali nello studio del cervello e un giorno nel trattamento di condizioni come la malattia di Parkinson e il disturbo ossessivo-compulsivo. Tuttavia, prima di poter essere utilizzati sull'uomo, sono necessari ulteriori ampi test di sicurezza.

Il prossimo obiettivo del team è migliorare l'efficacia nella conversione degli effetti magnetostrittivi in quelli magnetoelettrici. Questa ricerca potrebbe portare a significative innovazioni nel trattamento delle condizioni neurologiche, puntando a metodi meno invasivi e più versatili. Il progetto prevede una collaborazione tra vari dipartimenti e istituzioni, evidenziando l'ampia portata di questa importante ricerca.

Lo studio è pubblicato qui:

http://dx.doi.org/10.1038/s41565-024-01798-9

e la sua citazione ufficiale - inclusi autori e rivista - è

Ye Ji Kim, Noah Kent, Emmanuel Vargas Paniagua, Nicolette Driscoll, Anthony Tabet, Florian Koehler, Elian Malkin, Ethan Frey, Marie Manthey, Atharva Sahasrabudhe, Taylor M. Cannon, Keisuke Nagao, David Mankus, Margaret Bisher, Giovanni de Nola, Abigail Lytton-Jean, Lorenzo Signorelli, Danijela Gregurec, Polina Anikeeva. Magnetoelectric nanodiscs enable wireless transgene-free neuromodulation. Nature Nanotechnology, 2024; DOI: 10.1038/s41565-024-01798-9
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