Lotta dell'UE contro i trafficanti di migranti preoccupa le ONG

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Di Fedele Bello
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Bandiera dell'UE e martelletto con confine di filo spinato.

RomeL'Unione Europea ha deciso di intensificare le azioni contro le reti che facilitano il traffico di migranti, sollevando preoccupazioni per le conseguenze su chi presta aiuto ai migranti. La nuova legge intende punire chiunque favorisca l'ingresso o la permanenza di migranti nell'UE per guadagni finanziari o materiali, suscitando un dibattito sull'impatto sul lavoro umanitario.

Le misure proposte si prefiggono di:

  1. Prevedere pene detentive fino a tre anni per chi viene condannato per traffico di esseri umani, con possibilità di superare i dieci anni in caso di decesso di una persona.
  2. Sanzionare con multe che possono arrivare a 40 milioni di euro (42 milioni di dollari) le organizzazioni o gli individui coinvolti nel traffico.
  3. Inserire una "clausola umanitaria" per escludere dall'incriminazione l'assistenza a familiari stretti o per bisogni fondamentali, anche se questa clausola non ha valore legale.

Nonostante le buone intenzioni, la regola umanitaria non è obbligatoria, il che preoccupa i gruppi per i diritti umani. Temono che possa portare a più azioni legali contro persone e organizzazioni che aiutano i migranti. Il problema è che la norma non obbliga i paesi a garantire la sicurezza degli operatori umanitari, permettendo diverse interpretazioni e applicazioni.

L'UE sta concentrando gli sforzi per fermare i trafficanti, insieme a una maggiore attenzione verso coloro che prestano assistenza ai migranti in mare. In Italia, ad esempio, le ONG sono spesso accusate di incentivare l'immigrazione illegale attraverso le loro operazioni di salvataggio nel Mediterraneo. Le autorità hanno sequestrato molte delle loro navi, citando motivazioni come l'agevolazione dell'immigrazione illegale o la violazione di norme marittime minori. Queste misure sollevano preoccupazioni che le nuove leggi europee possano aggravare la situazione, rendendo più ardui i soccorsi e il lavoro umanitario.

Trovare l'equilibrio tra la sicurezza delle frontiere e la tutela dei diritti umani è la questione centrale in questo dibattito. L'enfasi dell'UE su misure rigorose potrebbe aumentare i rischi per i migranti durante i loro difficili viaggi. Inoltre, rendere illegali le attività di soccorso potrebbe impedire l'assistenza vitale sia in mare che sulla terraferma.

La proposta di legge potrebbe complicare la collaborazione tra i paesi dell'UE e le organizzazioni che assistono i migranti, riducendo potenzialmente le operazioni di salvataggio. Gli operatori umanitari potrebbero affrontare accuse legali, scoraggiandoli dal prestare aiuto in futuro e rendendo più difficoltosa la risposta alle necessità dei migranti. Sebbene l'UE miri a contrastare il traffico di esseri umani, queste regole sollevano interrogativi significativi riguardo all'impatto su chi fornisce assistenza vitale.

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