Scoperti effetti epigenetici del consumo di cannabis potente: cambiamenti nel DNA e salute mentale
RomeRicercatori del King's College di Londra e dell'Università di Exeter hanno individuato una connessione diretta tra l'uso intenso di cannabis e le modifiche al DNA. Hanno scoperto che la cannabis con un contenuto di THC (Delta-9-tetraidrocannabinolo) pari o superiore al 10% lascia un'impronta specifica sul DNA. Questa impronta modifica i geni legati al sistema immunitario e alla produzione di energia. Questi risultati offrono importanti spunti per comprendere l'effetto della cannabis sul corpo umano, soprattutto con il crescente numero di utilizzatori.
L'epigenetica assume un ruolo fondamentale in quanto comporta modifiche come la metilazione del DNA, le quali possono variare l'attività genica senza alterare il DNA stesso. Questo crea un legame tra influenze ambientali e processi genetici. Gli studi hanno dimostrato che ha un impatto rilevante sul gene CAVIN1.
Uso di cannabis ad alta potenza modifica i geni legati all'energia e alla funzione immunitaria. Questi cambiamenti genetici variano tra gli utilizzatori che hanno esperienze di psicosi e quelli che non le hanno. L'uso di tabacco, spesso combinato con la cannabis, non è responsabile di queste alterazioni.
Queste scoperte potrebbero influenzare non solo i problemi di salute degli utilizzatori di cannabis. La ricerca indica che in futuro potremmo disporre di test per identificare chi è più incline a sviluppare problemi di salute mentale come la psicosi. Questo approccio centrato sulla prevenzione potrebbe rivoluzionare il modo in cui i medici affrontano la salute mentale nei consumatori di cannabis.
Con il cambiamento delle leggi e delle opinioni pubbliche sulla cannabis, studi come questo aiutano a guidare il dibattito sul suo uso ricreativo e medico. È fondamentale controllare attentamente i prodotti di cannabis ad alta potenza, poiché possono influire sul DNA. Con i produttori che creano prodotti con livelli di THC sempre più elevati, diventa sempre più importante capire i loro effetti sul nostro organismo.
Lo studio rappresenta un notevole passo avanti, ma solleva anche nuovi interrogativi. Sarà essenziale per le ricerche future analizzare come questi marcatori del DNA si mantengano o modifichino nel tempo. Inoltre, è importante indagare se altre sostanze possano causare cambiamenti genetici simili. Man mano che la scienza approfondisce la comprensione degli effetti della cannabis sulla nostra biologia, è fondamentale che i responsabili delle politiche e il pubblico restino informati e adeguino le loro percezioni e azioni di conseguenza.
Lo studio è pubblicato qui:
http://dx.doi.org/10.1038/s41380-024-02689-0e la sua citazione ufficiale - inclusi autori e rivista - è
Emma L. Dempster, Chloe C. Y. Wong, Joe Burrage, Eilis Hannon, Diego Quattrone, Giulia Trotta, Victoria Rodriguez, Luis Alameda, Edoardo Spinazzola, Giada Tripoli, Isabelle Austin-Zimmerman, Zhikun Li, Charlotte Gayer-Anderson, Tom P. Freeman, Emma C. Johnson, Hannah E. Jongsma, Simona Stilo, Caterina La Cascia, Laura Ferraro, Daniele La Barbera, Antonio Lasalvia, Sarah Tosato, Ilaria Tarricone, Giuseppe D’Andrea, Michela Galatolo, Andrea Tortelli, Maurizio Pompili, Jean-Paul Selten, Lieuwe de Haan, Paulo Rossi Menezes, Cristina M. Del Ben, Jose Luis Santos, Manuel Arrojo, Julio Bobes, Julio Sanjuán, Miguel Bernardo, Celso Arango, Peter B. Jones, Gerome Breen, Valeria Mondelli, Paola Dazzan, Conrad Iyegbe, Evangelos Vassos, Craig Morgan, Diptendu Mukherjee, Jim van Os, Bart Rutten, Michael C. O’Donovan, Pak Sham, Jonathan Mill, Robin Murray, Marta Di Forti. Methylomic signature of current cannabis use in two first-episode psychosis cohorts. Molecular Psychiatry, 2024; DOI: 10.1038/s41380-024-02689-0Condividi questo articolo