Mercati asiatici altalenanti dopo la deludente crescita cinese del 4,7%
RomeAzioni asiatiche incerte dopo il rallentamento della crescita cinese
Le borse asiatiche hanno mostrato risultati contrastanti a causa del rallentamento dell'economia cinese, che ha registrato una crescita del 4,7% nell'ultimo trimestre. Questo rallentamento coincide con una riunione cruciale di quattro giorni a Pechino, dove i leader del Partito Comunista Cinese stanno discussendo piani economici per il prossimo decennio. Gli investitori sperano che questo incontro introduca nuove politiche per stimolare il debole mercato immobiliare cinese e affrontare i gravi problemi di debito dei governi locali.
L'economia cinese è cresciuta del 5% nei primi sei mesi dell'anno, in linea con le previsioni del governo. Nell'ultimo trimestre, ha registrato un aumento dello 0,7%.
Movimenti principali dei mercati in Asia:
- La borsa di Hong Kong, Hang Seng, ha perso l'1,1% chiudendo a 18.094,22 punti.
- L'indice Shanghai Composite è sceso dello 0,1% a 2.969,46 punti.
- Il Kospi della Corea del Sud ha ceduto lo 0,1% a 2.853,34 punti.
- L'indice S&P/ASX 200 australiano è salito dello 0,9% raggiungendo 8.029,00 punti.
- Il Taiex di Taiwan è calato dello 0,2%.
- L'indice SET thailandese ha registrato un ribasso dello 0,4%.
La Banca Popolare Cinese ha mantenuto il tasso di prestito a medio termine al 2,5%. Questa decisione, prevista dagli analisti, ha un impatto su tassi chiave come quelli per mutui e altri prestiti.
I mercati di Tokyo sono rimasti chiusi a causa di una festività, determinando un calo dei volumi di scambio nella regione per tutta la settimana.
Venerdì scorso, i prezzi delle azioni sono aumentati leggermente a Wall Street. L'S&P 500, il Dow Jones e il Nasdaq sono cresciuti dello 0,6%, avvicinandosi ai loro livelli record. L'indice Russell 2000 ha fatto ancora meglio, salendo dell'1,1% grazie ai buoni risultati di aziende come Bank of New York Mellon e Nvidia. D'altro canto, Wells Fargo è sceso del 6% nonostante abbia registrato profitti superiori alle aspettative.
Il mercato statunitense osserva attentamente i dati sull'inflazione poiché questi possono influenzare le decisioni sui tassi d'interesse della Federal Reserve. Per il secondo mese consecutivo, si prevede che l'inflazione diminuisca, riducendo i timori di una sua possibile escalation. I dati attuali mostrano un rallentamento dell'inflazione, il che rende i trader fiduciosi che la Federal Reserve possa ridurre i tassi d'interesse a settembre. Secondo il CME Group, i trader stimano una probabilità del 94% che la Federal Reserve ridurrà i tassi d'interesse, il che potrebbe alleviare alcune pressioni economiche.
Il prezzo del petrolio greggio statunitense è salito di 18 centesimi a 82,39 dollari al barile, mentre il Brent ha registrato un aumento di 12 centesimi, raggiungendo 85,15 dollari al barile. Il dollaro americano si è leggermente indebolito a 158,03 yen giapponesi, mentre l'euro è rimasto quasi invariato a 1,0893 dollari.
Yeap Jun Rong di IG ha evidenziato che i recenti dati economici provenienti dalla Cina non erano positivi proprio prima del cruciale incontro del Grande Plenum. Questi dati contrastanti sottolineano l’incertezza sul futuro economico della Cina, soprattutto considerando che è la seconda economia mondiale.
I mercati asiatici mostrano risultati contrastanti a causa delle incertezze economiche, come la crescita più lenta in Cina e le decisioni delle principali banche centrali mondiali. Gli investitori stanno osservando attentamente le potenziali modifiche di politica che potrebbero influenzare le future direzioni economiche.
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