Il boss del cartello messicano affronta la giustizia a New York
RomeI pmaggiatori descrivono Ismael "El Mayo" Zambada come un pericolosissimo narcotrafficante. Zambada, storico capo del cartello messicano di Sinaloa, sarà processato a New York. Affronta accuse gravi, tra cui il possesso di armi militari e la gestione di un gruppo di sicari per vari crimini.
Nel loro messaggio indirizzato al giudice, i pubblici ministeri hanno messo in evidenza i seguenti punti:
- Detenzione di armi di grado militare per la protezione personale e organizzativa.
- Utilizzo di forze di sicurezza private come guardie del corpo e protettori dei carichi di droga.
- Impiego di "sicari" per omicidi, rapimenti e mantenimento della disciplina interna.
Le attività criminali di Zambada non si sono limitate al Messico, ma hanno coinvolto anche Colombia, Ecuador e altri paesi, rendendo le sue operazioni di portata globale. Per mantenere il potere e il controllo, il cartello ha fatto ricorso a metodi violenti, arrivando persino a uccidere recentemente il proprio nipote.
Il figlio di El Chapo, Ovidio Guzmán López, si è consegnato alle autorità statunitensi, complicando ulteriormente la situazione. Sta affrontando accuse a Chicago e ha dichiarato di essere innocente. Non è chiaro il motivo del suo gesto né perché abbia portato con sé Zambada. Questo ha alimentato molte speculazioni sui meccanismi interni del cartello e su possibili nuove alleanze o tradimenti.
La prossima udienza di Zambada a New York è cruciale sia per le forze dell'ordine che per la lotta ai cartelli della droga. Il suo arresto e i conseguenti conflitti all'interno dei cartelli evidenziano quanto siano instabili queste organizzazioni criminali. Le operazioni a livello globale di questi cartelli rendono più difficile per le autorità contrastare il traffico di droga e la violenza ad esso connessa.
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