Donne brasiliane indignate protestano contro legge che equipara aborto tardivo a omicidio

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Di Giovanni Dosa
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Cartelli di protesta contro la legge sull'aborto e gli ospedali.

RomeCirca 10.000 persone, in maggioranza donne, si sono riunite a San Paolo sabato per manifestare contro un disegno di legge che equiparerebbe gli aborti tardivi all'omicidio. La protesta ha coinvolto diversi isolati della via principale della città. È stata la manifestazione più grande finora, con eventi simili che si sono svolti a Rio de Janeiro, Brasilia e Recife.

  • Cimeli, adesivi e striscioni con lo slogan erano comuni alle manifestazioni.
  • Le immagini di donne in mantelli rossi, in riferimento a "Il racconto dell’ancella", sono diventate virali.
  • Molti manifestanti indossavano abiti e sciarpe verdi, richiamando altri movimenti per i diritti delle donne in America Latina.

In Brasile, l'aborto è permesso solo in casi di stupro, se la vita della madre è a rischio o se il feto è anencefalico. Se una donna abortisce per altre ragioni, rischia da uno a tre anni di carcere. Alcune donne si recano all'estero per ottenere servizi di aborto.

Se questa nuova legge verrà approvata, le persone potrebbero essere condannate a sei fino a venti anni di carcere per aver praticato aborti dopo 22 settimane di gravidanza. I critici affermano che questo significa che le donne che abortiscono potrebbero ricevere pene più severe rispetto a quelle inflitte ai condannati per stupro.

L'accesso tardivo all'aborto spesso mette in luce le disparità nel sistema sanitario. I bambini, le donne povere, le donne nere e coloro che vivono in aree rurali sono particolarmente colpiti. La professoressa di diritto Ivanilda Figueiredo ha sottolineato che le gravidanze nei bambini vengono spesso scoperte solo dopo le 22 settimane. I bambini potrebbero non rendersi conto che un ciclo mestruale mancato significa che sono incinte.

I legislatori che hanno creato il disegno di legge cercano il sostegno degli elettori evangelici per le prossime elezioni comunali. I manifestanti hanno soprannominato questi legislatori il "caucus dello stupro." L'aborto è un tema cruciale per gli elettori cristiani, che rappresentano la maggior parte della popolazione brasiliana.

Il governo del Presidente Luiz Inácio Lula da Silva sta cercando di conquistare gli Evangelici, che avevano sostenuto l'ex presidente Jair Bolsonaro. Lula ha sconfitto Bolsonaro nelle elezioni del 2022. Durante la sua campagna elettorale, Lula aveva dichiarato di essere contrario all'aborto. La First Lady Rosângela da Silva si è espressa contro il disegno di legge sui social media, sottolineando l'importanza di proteggere le vittime di stupro.

Lula ha parlato del progetto di legge in una conferenza stampa in Italia. Ha dichiarato di essere contrario all'aborto, ma capisce che è una questione di salute pubblica. Ha definito le sanzioni proposte "folli" e ha espresso preoccupazione che possano essere più severe di quelle per i stupratori.

Cavalcante, autore del disegno di legge, ha sfidato Lula a porre il veto, nonostante quest'ultimo avesse dichiarato di essere contrario all'aborto. Il dibattito prosegue mentre entrambe le parti si preparano a prendere ulteriori iniziative e a trovare soluzioni.

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