Nuovo studio rivela l’impatto della permanenza negli USA sulla salute cardiaca dei cino-americani

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Di Maria Astona
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"Mappa degli Stati Uniti che mostra le zone a rischio di malattie cardiache con colori."

RomeUno studio recente condotto dall'Università della California a Los Angeles ha rivelato che il rischio di malattie cardiache aumenta tra gli immigrati cinesi in America quanto più a lungo vivono negli Stati Uniti. La ricerca, pubblicata sul Journal of the American Heart Association, fornisce nuove prospettive su come differenze geografiche, sociali e culturali influenzino questi esiti di salute.

Ecco alcuni punti salienti dello studio:

  • Il rischio di malattie cardiovascolari aumenta con la permanenza negli Stati Uniti
  • I tassi di mortalità sono più bassi per gli americani di origine cinese a Chicago rispetto a Los Angeles
  • I marcatori comuni per le malattie cardiovascolari sono meno predittivi per questa popolazione
  • Sono stati individuati nuovi marcatori, tra cui il peptide natriuretico cerebrale N-terminale, la massa ventricolare sinistra e il punteggio di calcio nelle arterie coronarie

Uno studio ha seguito 746 cinoamericani a Los Angeles e Chicago per 18 anni, rilevando differenze nei tassi di mortalità per malattie cardiache. Le persone a Los Angeles avevano tassi di mortalità più alti per malattie cardiache rispetto a quelle di Chicago. Questo dimostra che fattori come la popolazione locale, l'accesso all'assistenza sanitaria e le condizioni ambientali locali influenzano la salute del cuore.

Il dottor Xinjiang Cai, cardiologo e autore principale dello studio, ha affermato che differenze culturali e linguistiche, insieme a come le persone gestiscono la loro salute e altri fattori sociali, contribuiscono a queste disparità sanitarie. Questo dimostra quanto sia fondamentale adottare pratiche sanitarie che rispondano alle esigenze specifiche delle comunità cino-americane.

Lo studio ha evidenziato che i marcatori comuni per la salute del cuore non sono efficaci per gli immigrati cinesi-americani. Marcatori tradizionali come i livelli di troponina ad alta sensibilità si sono rivelati meno utili. Sono risultati più indicativi altri marcatori come il peptide natriuretico N-terminale di tipo pro-brain, la massa ventricolare sinistra e il punteggio del calcio coronarico. Questo indica la necessità di aggiornare i nostri metodi diagnostici e di valutazione del rischio per assistere meglio questa popolazione.

La dottoressa Priscilla Hsue ha sottolineato l'importanza di condurre studi specifici sui diversi gruppi all'interno della comunità asiatica americana. È fondamentale perché un approccio uniforme per tutti non funziona efficacemente. Questo è particolarmente cruciale poiché le malattie cardiache costituiscono una delle principali cause di malattia e morte.

Lo studio pone l'accento sulla necessità di politiche sanitarie pubbliche che tengano conto dei fattori sociali e garantiscano l'accesso alle cure per tutti. Migliorare l'educazione sanitaria nelle comunità, offrire assistenza sanitaria a prezzi accessibili e cure mediche culturalmente appropriate può contribuire a ridurre questi rischi.

Lo studio evidenzia gli aspetti cruciali della comprensione e gestione delle patologie cardiache tra gli immigrati cino-americani. Rivela che i risultati sanitari sono influenzati dalla durata della residenza nell'area, dalla localizzazione e dal contesto culturale. È necessaria ulteriore ricerca e assistenza sanitaria specializzata per soddisfare le esigenze specifiche dei vari gruppi di immigrati.

Lo studio è pubblicato qui:

http://dx.doi.org/10.1161/JAHA.124.037114

e la sua citazione ufficiale - inclusi autori e rivista - è

Xinjiang Cai, Quinn White, Daniel R. Wang, Christopher R. DeFilippi, Alain G. Bertoni, Colin O. Wu, Kiang Liu, Joao A. C. Lima, Matthew J. Budoff, Gregg C. Fonarow, Karol E. Watson, Robyn L. McClelland, Eric H. Yang. Cardiovascular Risks and Outcomes Among Chinese American Immigrants: Insights From the Multi‐Ethnic Study of Atherosclerosis. Journal of the American Heart Association, 2024; DOI: 10.1161/JAHA.124.037114
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