Sei agenti penitenziari accusati di violenze rientrano in servizio a Santa Maria Capua Vetere
RomeSei agenti della polizia penitenziaria accusati di violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere sono tornati in servizio. La sospensione, iniziata nel giugno 2021, è stata revocata per altri sei agenti. Tra questi ci sono due dirigenti, Gaetano Manganelli e Anna Rita Costanzo, due ispettori e due assistenti capo.
Secondo le indagini della magistratura, ecco cosa è successo:
- Il 5 aprile 2020, detenuti del reparto Nilo chiesero mascherine e altri dispositivi per il covid.
- La situazione sembrò rientrare nella notte, ma il 6 aprile ci furono perquisizioni personali arbitrarie.
- 300 agenti, interni ed esterni, parteciparono alle violenze.
- Le chat WhatsApp tra gli agenti indicavano "Li abbattiamo come vitelli".
- Detenuti vennero picchiati con manganelli, pugni, calci e schiaffi.
Nel novembre 2022 è iniziato il processo per 52 imputati, tra cui agenti, medici e funzionari. Le immagini dei pestaggi indignarono l'opinione pubblica. Il reato di tortura è contestato agli imputati, introdotto in Italia nel 2017.
Il Garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, ha dichiarato che la decisione di riammissione in servizio è legittima, ma indipendente dalle responsabilità penali ancora in corso di valutazione. Ribadisce l'urgenza di una sentenza tempestiva.
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