Ossidi perovskitici esagonali: nuova speranza per potenziare le celle a combustibile protoniche
RomeGli studiosi del Tokyo Tech hanno raggiunto un importante progresso nella tecnologia delle celle a combustibile. Hanno scoperto che gli ossidi perovskitici esagonali, in particolare il Ba₅R₂Al₂SnO₁₃ (dove R indica un metallo delle terre rare), potrebbero essere materiali efficaci per le celle a combustibile ceramiche protoniche (PCFC). Questa scoperta apre nuove possibilità per lo sviluppo di celle a combustibile più efficienti.
- Elevata conducibilità protonica
- Stabilità termica straordinaria
- Struttura cristallina unica
- Capacità di idratazione completa
- Alta diffusione protonica
Le celle a combustibile generano elettricità combinando idrogeno e ossigeno, producendo come rifiuti solo acqua e calore. Queste celle sono costituite da tre componenti principali: anodo, catodo ed elettrolita. All'anodo, l'idrogeno si scompone in protoni (H⁺) ed elettroni. I protoni attraversano l'elettrolita fino al catodo, dove si uniscono con l'ossigeno per formare acqua.
La maggior parte delle celle a combustibile, note come celle a combustibile a ossido solido (SOFC), utilizza conduttori di ioni ossido e richiede alte temperature per funzionare, il che può deteriorare i materiali nel tempo. I ricercatori stanno esaminando le celle a combustibile ceramiche protoniche (PCFC) perché possono operare a temperature più basse (200-500 °C). Tuttavia, è difficile trovare materiali con una buona conducibilità protonica che siano stabili a queste temperature inferiori.
Un team di ricercatori del Tokyo Institute of Technology e della Tohoku University, guidato dal Professor Masatomo Yashima, ha scoperto che gli ossidi Ba₅R₂Al₂SnO₁₃ potrebbero essere ottimi elettroliti. Questi ossidi hanno mostrato un'elevata conducibilità protonica, quasi 0,01 S cm⁻¹ a circa 300 °C, superiore a quella di altri materiali simili. I metalli delle terre rare utilizzati nello studio erano Gd, Dy, Ho, Y, Er, Tm e Yb.
L'elevata conduttività protonica è dovuta alla particolare struttura cristallina del materiale. Presenta strati di ottaedri e strati poveri di ossigeno chiamati A O₃-δ (h'). Quando viene aggiunta acqua, gli spazi vuoti in questi strati si riempiono, formando gruppi idrossido (OH⁻) che rilasciano protoni (H⁺). Questi protoni si muovono poi attraverso la struttura, migliorando la conduttività.
I ricercatori hanno sviluppato il BEAS tramite reazioni allo stato solido. Il materiale presentava numerose vacanze di ossigeno (δ = 0,2) e poteva idratarsi completamente, assorbendo tutta l'acqua. In ambiente di azoto umido a 356 °C, la sua conduttività era di 2.100 volte superiore rispetto a quella in ambiente di azoto secco. Quando completamente idratato, la sua conduttività raggiungeva 0,01 S cm⁻¹ a 303 °C.
Gli strati ottaedrici facilitano il movimento dei protoni, migliorando la conduttività protonica. Le simulazioni hanno dimostrato che i protoni in questi strati viaggiano su lunghe distanze, dimostrando un rapido movimento. Yashima spiega che BEAS possiede un'alta conduttività protonica grazie alla grande quantità di protoni e a una elevata velocità di diffusione.
Il materiale si mantiene stabile in presenza di sostanze chimiche alle temperature impiegate nelle operazioni PCFC. Test a 600 °C con vapore acqueo, ossigeno, aria, idrogeno e CO₂ non hanno mostrato alcuna modifica nella sua composizione e struttura. Ciò significa che è resistente e può essere utilizzato continuativamente senza degradarsi.
Yashima afferma che l'alta conduttività protonica in determinati materiali con numerose lacune di ossigeno è un metodo efficace per creare conduttori protonici efficienti per il futuro.
Questo materiale potrebbe rendere le celle a combustibile più efficienti, durature e capaci di funzionare a temperature più basse.
Lo studio è pubblicato qui:
http://dx.doi.org/10.1021/jacs.4c04325e la sua citazione ufficiale - inclusi autori e rivista - è
Kohei Matsuzaki, Kei Saito, Yoichi Ikeda, Yusuke Nambu, Masatomo Yashima. High Proton Conduction in the Octahedral Layers of Fully Hydrated Hexagonal Perovskite-Related Oxides. Journal of the American Chemical Society, 2024; DOI: 10.1021/jacs.4c04325Oggi · 04:05
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