Paramilitari conquistano città strategica, aumenta la crisi in Sudan

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Di Fedele Bello
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Città in fiamme con rovine e attrezzature agricole abbandonate.

RomeForze paramilitari attaccano città sotto controllo militare nel Sudan centrale

Le forze paramilitari hanno attaccato una città controllata dai militari nel Sudan centrale, sollevando preoccupazioni per l'impatto sui civili. Il portavoce dell'esercito sudanese, il Brig. Nabil Abdalla, ha dichiarato che l'esercito ha ripreso il controllo dell'area. Tuttavia, i combattimenti continuavano domenica mattina. Queste dichiarazioni non potevano essere verificate in modo indipendente.

Dallo scoppio della guerra in Sudan nell'aprile dell'anno scorso, un gruppo paramilitare ha commesso numerose violazioni dei diritti umani. Il conflitto ha avuto inizio quando le forze militari e la RSF hanno iniziato a scontrarsi a Khartoum e in altre località. Secondo le Nazioni Unite, più di 14.000 persone hanno perso la vita e 33.000 sono rimaste ferite. Tuttavia, gli attivisti per i diritti umani ritengono che le cifre potrebbero essere ancora più alte.

Il Sudan Conflict Monitor ha avvertito che il controllo di Singa da parte dell'RSF potrebbe provocare gravi problemi umanitari. Il conflitto rischia di interrompere le principali attività agricole nelle province del Nilo Azzurro, Nilo Bianco e Jazira, aree che erano fondamentali per la produzione alimentare del Sudan.

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni delle Nazioni Unite ha riferito che 327 famiglie sono fuggite verso luoghi più sicuri da Jebal Moya e Singa. “La situazione è ancora tesa e imprevedibile,” hanno dichiarato. I residenti hanno segnalato saccheggi diffusi compiuti dai combattenti RSF.

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Il RSF non ha risposto alle richieste di commento. I combattimenti a Sennar deviano l'attenzione da al-Fasher, una città di grande importanza nel Darfur. Da mesi, le forze del RSF circondano al-Fasher con l'intento di sottrarla all'esercito. Al-Fasher rappresenta l'ultima base militare rimasta nel Darfur.

Il conflitto in Sudan ha costretto oltre 11 milioni di persone a lasciare le proprie case, generando la più grande crisi di sfollamento al mondo. Gli esperti avvertono che 755.000 persone potrebbero affrontare una fame estrema nei prossimi mesi. Inoltre, 8,5 milioni di persone stanno già affrontando gravi carenze alimentari.

Il conflitto ha visto numerose segnalazioni di violenze sessuali e altre gravi atrocità, soprattutto in Darfur. Le organizzazioni per i diritti umani classificano questi atti come crimini di guerra e crimini contro l'umanità.

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