Nuovo studio utilizza Game of Thrones per capire meglio la prosopagnosia
RomeGli psicologi hanno scoperto nuove informazioni sulla prosopagnosia, una condizione in cui le persone hanno difficoltà a riconoscere i volti. Hanno studiato come le persone riconoscono i personaggi della serie TV Il Trono di Spade. Questa condizione colpisce circa 1 persona su 50. Lo studio ha utilizzato scansioni MRI per esaminare i cervelli di più di 70 partecipanti.
Punti chiave dello studio:
- La metà dei partecipanti conosceva i personaggi di Game of Thrones.
- L'altra metà non aveva mai visto la serie.
- L'attività cerebrale aumentava nelle aree associate alla conoscenza non visiva per chi conosceva i personaggi.
- Le connessioni tra le aree cerebrali visive e non visive erano più forti nei fan dello show.
- Questo effetto era assente nei partecipanti con prosopagnosia.
Durante la visione di scene di Game of Thrones, gli scienziati hanno monitorato l'attività cerebrale degli spettatori. Per chi conosceva la serie, vedere personaggi familiari attivava parti del cervello legate alle informazioni su di loro. Questo riguardava tratti caratteriali, linguaggio del corpo e le emozioni degli spettatori verso i personaggi. È interessante notare che questa attività cerebrale coinvolgeva non solo la visione dei personaggi, ma anche ciò che gli spettatori ricordavano di loro.
Lo studio ha dimostrato che riconoscere un volto non significa semplicemente vederlo. Si tratta di collegare dettagli visivi con ciò che sappiamo sulla persona. Questo indica che la memoria e l'esperienza personale giocano un ruolo cruciale nel riconoscimento dei volti. Per chi non conosceva Il Trono di Spade, l'attività cerebrale associata a questo processo era molto più bassa.
I problemi di riconoscimento facciale potrebbero essere legati a connessioni cerebrali deboli
I ricercatori hanno ripetuto l'esperimento con persone affette da prosopagnosia, ossia difficoltà a riconoscere i volti. Alcuni di loro avevano visto la serie televisiva, altri no. Anche tra i fan della serie con problemi di riconoscimento facciale, l'attività cerebrale non era la stessa di chi non aveva questa condizione. Ciò suggerisce che la prosopagnosia potrebbe essere legata a connessioni cerebrali più deboli, rendendo difficile associare i volti alle informazioni su di essi, fondamentale per il riconoscimento delle persone.
Il professor Tim Andrews del Dipartimento di Psicologia ha spiegato che il riconoscimento dei volti dipende molto dalla conoscenza che abbiamo delle persone, non solo dal loro aspetto. Questa consapevolezza è cruciale per la nostra vita quotidiana e le interazioni sociali. Se qualcuno ha difficoltà a riconoscere i volti, ciò può influire negativamente sulle sue relazioni e sulla salute mentale.
La studentessa di dottorato Kira Noad, autrice principale dello studio, ha spiegato che l'utilizzo di Game of Thrones ha reso la ricerca più realistica rispetto agli studi precedenti che impiegavano semplici immagini 2D. I personaggi complessi dello show e la sua popolarità mondiale hanno fornito un ricco insieme di dati da analizzare. Le ricerche future esamineranno più da vicino come diverse parti del cervello collaborano per riconoscere i volti e cosa può interferire con questo processo.
Questo studio ci aiuta a comprendere come il cervello gestisce le immagini complesse che vediamo nella nostra vita quotidiana. Rivela come diverse aree cerebrali collaborano per riconoscere i volti.
Lo studio è pubblicato qui:
http://dx.doi.org/10.1093/cercor/bhae285e la sua citazione ufficiale - inclusi autori e rivista - è
Kira N Noad, David M Watson, Timothy J Andrews. Familiarity enhances functional connectivity between visual and nonvisual regions of the brain during natural viewing. Cerebral Cortex, 2024; 34 (7) DOI: 10.1093/cercor/bhae285Condividi questo articolo