Sicilia antica: svelate le vie dei primi umani

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Di Fedele Bello
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Grotte sottomarine con artefatti antichi e formazioni.

RomeScoperte archeologiche recenti in Sicilia meridionale stanno fornendo nuove informazioni sui primi abitanti umani della regione. Ricercatori della Washington University di St. Louis hanno rinvenuto importanti manufatti e sedimenti sia in grotte costiere che sottomarine. Queste scoperte potrebbero modificare la nostra comprensione del modo in cui i primi esseri umani si sono mossi e si sono stabiliti sull'isola. La ricerca suggerisce che potremmo dover riconsiderare le credenze comuni sui percorsi e le pratiche migratorie.

Nuovi reperti archeologici in Sicilia sfidano le teorie migratorie tradizionali

Lo studio pubblicato su PLOS ONE ha rivelato diversi aspetti significativi, tra cui alcuni di particolare rilevanza.

Scoperta di 25 caverne e rifugi rocciosi di rilevanza archeologica, individuazione di tre nuovi siti costieri inesplorati e prove a sostegno di rotte migratorie precedenti o alternative.

La posizione della Sicilia rendeva difficile l'insediamento dei primi esseri umani. Viaggiare via terra e mare era arduo, ma questi popoli erano estremamente determinati e ingegnosi. Sebbene la Sicilia sia vicina all'Italia, attraversare lo Stretto di Messina era pericoloso, il che suggerisce che potrebbero aver utilizzato percorsi complessi per raggiungerla. Ciò potrebbe aver incluso l'uso di barche o viaggi dall'Africa settentrionale o il passaggio tra le isole del Mediterraneo.

Il team di ricerca guidato da Ilaria Patania combina tecnologia moderna e documenti storici per studiare l'arrivo degli esseri umani in Sicilia. L'obiettivo è capire non solo quando e come si sono insediati i primi abitanti, ma anche le difficoltà affrontate, come i cambiamenti climatici e i terremoti.

Il progetto consiste nella collaborazione con esperti locali e la marina italiana per esplorare le aree sottomarine. Questi sforzi congiunti sono fondamentali per lo studio dei sedimenti profondi che potrebbero fornire informazioni storiche.

L'analisi rivela che gli esseri umani primitivi erano abili nel vivere in ambienti ostili. Questa competenza potrebbe spiegare come abbiano potuto abitare diverse aree con condizioni avverse. Con ulteriori ricerche, i risultati potrebbero offrire una maggiore comprensione di come i nostri antenati siano sopravvissuti nel mondo preistorico. L'obiettivo è scoprire come queste comunità interagivano con il loro ambiente e si adattavano a nuove situazioni, come l'innalzamento del livello del mare e potenziali catastrofi naturali.

Lo studio è pubblicato qui:

http://dx.doi.org/10.1371/journal.pone.0299118

e la sua citazione ufficiale - inclusi autori e rivista - è

Ilaria Patania, Isaac Ogloblin Ramirez, Peyton Carroll, Kristen Wroth, Sara Zaia, Sebastiano Di Mauro, Danielle Falci, Iris Querenet Onfroy de Breville, Ignacio Aguilar Lazagabaster, Gianmarco Minniti, Agatino Reitano, Gianni Insacco, Tristram Kidder, Christian Tryon. Between land and sea: A multidisciplinary approach to understand the Early Occupation of Sicily (EOS). PLOS ONE, 2024; 19 (10): e0299118 DOI: 10.1371/journal.pone.0299118
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