Trump: menzogne elettorali e scuse sul 6 gennaio
RomeDonald Trump continua a diffondere affermazioni false sulla sconfitta nelle elezioni del 2020. Quando gli viene chiesto della rivolta al Campidoglio del 6 gennaio, afferma che non è stata colpa sua e cambia argomento. In un recente dibattito su ABC, ha evitato di rispondere se si pente di quanto accaduto il 6 gennaio. Ha invece ribadito di aver chiesto ai suoi sostenitori di essere "pacifici e patriottici".
Punti chiave elusi da Trump durante il dibattito:
- La sua insistenza su frodi elettorali senza prove.
- Le conseguenze del linguaggio incendiario suo e di Giuliani.
- I ritardi nel fermare i rivoltosi.
Trump ha reagito lentamente al caos. Gli ci sono volute più di tre ore per chiedere ai rivoltosi di andarsene. Quando lo ha fatto, il suo messaggio non è stato chiaro. Ha detto loro di "tornare a casa" ma li ha anche chiamati "persone molto speciali" e ha aggiunto, "Vi amiamo." Molti lo hanno criticato per non aver condannato con chiarezza le azioni dei rivoltosi.
Le mosse di Trump hanno due obiettivi principali: innanzitutto, mira a mantenere la fedeltà dei suoi sostenitori affermando che l'elezione è stata truccata; in secondo luogo, evita di prendersi la piena responsabilità di quanto accaduto il 6 gennaio, eludendo così le accuse. Questa strategia è tipica di Trump: distrae e sposta l'attenzione, riuscendo così a mantenere la sua base di sostegno senza subire colpe.
Le azioni e le dichiarazioni di Trump stanno rendendo l'America sempre più divisa politicamente. Molti dei suoi sostenitori credono ancora che ci siano state gravi frodi elettorali, nonostante numerose indagini e sentenze abbiano dimostrato il contrario. Questa persistente falsa convinzione sta minando la fiducia delle persone nelle istituzioni democratiche.
Non assumendosi la responsabilità per il 6 gennaio, Trump ignora le conseguenze delle sue parole. L'assalto al Campidoglio è stato un attacco diretto alla democrazia e le sue continue negazioni non fanno che peggiorare le divisioni nel Paese.
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