Accordo riservato tra Smartmatic e Newsmax per diffamazione

RomeSmartmatic e Newsmax hanno risolto una causa per diffamazione relativa a dichiarazioni false sulle elezioni presidenziali statunitensi del 2020. I termini dell'accordo restano confidenziali. Inizialmente, Smartmatic aveva richiesto 1,7 miliardi di dollari in risarcimenti, somma poi ridotta a 400 milioni. Questo caso evidenzia le sfide legali che le aziende mediatiche affrontano quando vengono accusate di diffondere informazioni false.

Questo cambiamento legale solleva diversi elementi significativi:

Smartmatic ha richiesto un risarcimento danni per opportunità di guadagno perse, stimato a 369,8 milioni di dollari. Le perdite presunte coprono il periodo dalla fine del 2020 fino ad agosto 2023, periodo che si conclude con l'incriminazione di diversi dirigenti dell'azienda. Parallelamente, Smartmatic ha avviato azioni legali contro altre testate giornalistiche, tra cui Fox News.

Smartmatic ha ridotto l'importo dei danni richiesti, e recentemente sono state presentate in Florida accuse legali contro alcuni dei suoi dirigenti. Queste accuse riguardano presunti casi di corruzione legati all'installazione di macchine per il voto di Smartmatic nelle Filippine. Newsmax intende utilizzare queste accuse per suggerire che fattori diversi dalla loro copertura elettorale potrebbero aver danneggiato la reputazione di Smartmatic.

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Smartmatic ha intrapreso azioni legali contro Newsmax, accusando l'emittente di aver diffuso false informazioni sul suo coinvolgimento nelle elezioni del 2020. Precedentemente, la società aveva già risolto una disputa simile con One America News Network e ora si prepara a fare lo stesso con Fox News. Questa situazione si inserisce in un contesto più ampio di cause per diffamazione nel settore delle tecnologie di voto, in modo analogo a quella di Dominion Voting Systems contro Fox News, conclusasi con un accordo da 787 milioni di dollari.

Questi casi legali evidenziano l'importanza di un'informazione corretta, poiché notizie errate possono danneggiare la reputazione e le finanze delle aziende. Gli accordi raggiunti in tali contenziosi sono un monito per le organizzazioni mediatiche a prestare attenzione nel diffondere notizie false.

Le aziende stanno sempre più ricorrendo a cause per diffamazione per proteggere la loro reputazione e contrastare le informazioni false. Questi casi potrebbero diventare cruciali nel definire i limiti della libertà di parola e della responsabilità mediatica. I media sono ora soggetti a un maggiore controllo non solo da parte del pubblico e dei fact-checkers, ma anche del sistema legale, che richiede maggiore precisione nel loro giornalismo.