Procuratori contrari al rinvio della sentenza di Trump sul caso Daniels

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Di Fedele Bello
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Martelletto e aula del tribunale con orologio che indica il passare del tempo.

RomeI pubblici ministeri si oppongono al tentativo di Donald Trump di ritardare le decisioni sul suo caso relativo al pagamento di denaro per mantenere il silenzio. A maggio, Trump è stato dichiarato colpevole di 34 accuse di falsificazione di documenti aziendali per nascondere un pagamento di 130.000 dollari all'attrice pornografica Stormy Daniels. Trump nega la relazione e afferma di non aver fatto nulla di sbagliato.

Le accuse penali per la falsificazione di documenti aziendali possono comportare fino a quattro anni di carcere, con alternative di pena come la libertà vigilata o una multa. L'interesse per la sentenza è particolarmente alto dato che Trump è candidato alle elezioni del 2024.

Il vice procuratore Matthew Colangelo ha dichiarato che i pubblici ministeri non hanno ancora deciso se posticipare la sentenza. Il giudice Merchan prenderà una decisione sulla richiesta di Trump di ribaltare il verdetto il 16 settembre.

Ecco alcuni elementi chiave delle attuali udienze:

  • Gli avvocati di Trump affermano che una condanna immediata non gli darebbe abbastanza tempo per valutare i suoi prossimi passi, inclusa una possibile appello.
  • La difesa sostiene che condannare Trump così vicino al Giorno delle Elezioni costituisce un'interferenza elettorale.
  • La corte federale ha precedentemente negato la richiesta di Trump di trasferire il caso a causa di problemi tecnici, ma il suo team legale prevede di ripresentarla.

La difesa di Trump sostiene che il caso sia ingiusto poiché viola i suoi diritti costituzionali. Inoltre, citano una recente sentenza della Corte Suprema che tutela gli ex presidenti da procedimenti giudiziari per azioni compiute durante il mandato. Affermano che i procuratori hanno portato avanti il caso troppo in fretta, prima che la Corte Suprema si pronunciasse sull’immunità presidenziale.

Una decisione presa il 1° luglio limita la possibilità di incriminare ex presidenti per le loro azioni durante il mandato e vieta di usare tali azioni come prova di attività illegali svolte in quel periodo. Gli avvocati di Trump sostengono che le testimonianze degli ex membri dello staff della Casa Bianca e alcuni tweet non debbano essere utilizzati nel processo, facendo riferimento alla decisione della Corte Suprema come motivo per escludere queste prove.

Se il caso passa al tribunale federale, gli avvocati di Trump intendono chiedere l'archiviazione, sostenendo che egli sia immune. Sebbene il tribunale federale abbia finora respinto il primo tentativo di Trump per ragioni tecniche, il suo team legale può correggere questi problemi e riprovare.

L'attesa per la data della sentenza e il suo impatto sulla corsa alla presidenza del 2024 continua ad aumentare. Con l'avvicinarsi della decisione del giudice Merchan sul verdetto e sulla sentenza, entrambe le parti rimangono in forte disaccordo, preparandosi per i prossimi passi in questa accesa battaglia legale.

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